La sala del Cineporto di Bari strapiena di giornalisti e comunicatori, interventi di grande spessore, tanti spunti e tanta attività sui social. Questa, in sintesi, la seconda tappa di #socialcity che si è tenuta ieri alla Fiera del Levante del capoluogo pugliese e che ha visto il racconto delle buone pratiche di nuova comunicazione nazionali e locali oltre al lavoro che Open Fiber sta portando avanti per portare la banda ultralarga nelle città.
Il convegno è stato moderato dal direttore di cittadiniditwitter.it, Francesco Di Costanzo, che ha introdotto i lavori, sottolineando tra le altre come i social media e le chat, utilizzate quotidianamente nel privato, debbano essere sfruttati anche per fornire un servizio pubblico efficiente. A seguire i saluti del sindaco di Bari e presidente Anci, Antonio Decaro, che ha evidenziato l’importanza, per i cittadini, di avere a disposizione in tempo reale gli atti di un ente, gli open data della pubblica amministrazione o semplicemente le informazioni sui tempi di attesa dei mezzi pubblici. Grazie ai social, i cittadini possono partecipare alle scelte dell’amministrazione tanto che l’iter per le segnalazioni ha subito una vera e propria rivoluzione e la Pa ha un mezzo per muoversi più velocemente. Rita De Sanctis, direttore Affari regolamentari, marketing e commerciale di Open Fiber, ha approfondito le caratteristiche del progetto: la fibra ottica consentirà ai cittadini di avere a disposizione, all’interno delle mura domestiche, un’infrastruttura che renderà il mondo intero a portata di mano. Questa tecnologia potrà consentire qualsiasi tipo di sviluppo, compreso un aumento del Pil: un’attività produttiva, infatti, potrà vendere le proprie merci o servizi in tutto il mondo grazie a Open Fiber. L’idea è di collegare, nei prossimi anni, dieci milioni di unità immobiliari. La parola è poi passata a Valentino Losito, presidente dell’Ordine dei giornalisti della Puglia, che ha definito #socialcity un’occasione importante per interrogarsi su rischi e opportunità che questa rivoluzione porterà nella professione giornalistica. Il sospetto è quello di essere attori non protagonisti, poiché la funzione di mediazione è saltata. Giandomenico Vaccari, vicepresidente di Apulia Film Commission, ha raccontato che, per funzionare in modo efficiente Afc necessita di una connessione velocissima. In quanto strumento di comunicazione, il cinema sarà sempre dalla parte di chi vorrà implementare forme rapide di informazione, ha sottolineato.
Alla parte introduttiva è seguita la prima tavola rotonda, “Web, social e chat: velocità, trasparenza, nuovi servizi per i cittadini”. Aperta da Erica Sirgiovanni, ufficio stampa dell’Agenzia per l’Italia digitale, che ha parlato di come, nell’arco di una decina d’anni, la comunicazione della PA abbia fatto passi da gigante. I siti web sono fondamentali per l’interazione con il cittadino, e le linee guida per il design dell’AgID sono legate non solo a una questione estetica, ma soprattutto alla comprensione dei contenuti. Sergio Talamo, giornalista, docente e dirigente Formez, si è chiesto come evitare che i social diventino una moda o un fatto occasionale: servono professionalità, costanza e social media policy. I comunicatori della PA hanno bisogno di una libertà che gli consenta di agire superando la paura, da parte della pubblica amministrazione nei confronti della partecipazione dei cittadini. Carlo Caroppo, social media manager di Puglia Promozione, ha parlato dei social network per la promozione turistica della regione in Italia e all’estero. Attraverso l’hashtag #WeAreInPuglia chiunque ha potuto raccontare il territorio. Il luogo virtuale rappresentato dai social consente incontri che portano vantaggi a tutti gli operatori turistici. Lavorando con gli utenti, inoltre, il messaggio di promozione può arrivare molto lontano. Annamaria Monterisi, responsabile comunicazione e relazioni esterne di Arti Puglia, ha descritto il lavoro dell’agenzia che si occupa di ricerca e innovazione. L’obiettivo è diventare leader dell’informazione tematica sul territorio e il web è utilizzato per il networking. I servizi digitali erogati riguardano formazione, dirette streaming, app, blog. Marco Laudonio, dirigente del Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha raccontato l’esperienza del Mef sui social, attraverso cui vengono presentate notizie, dati, infografiche e immagini. La pubblica amministrazione viene educata a fare cose che prima non riteneva necessarie. I social, in particolare, consentono di capire gli errori e di confrontarsi con gli utenti.
È seguita la seconda e ultima tavola rotonda, dal titolo “Con i social una città a portata di cittadino”. Rossella Grasso, social media manager Urp del Comune di Bari, ha parlato di come la comunicazione via social diventi interattiva e il cittadino esprima il proprio parere a proposito di ciò che viene comunicato. I canali social del Comune di Bari fanno informazione di pubblica utilità, nettamente distinta dalla comunicazione politica. Ciò che viene pubblicato è collegato al sito istituzionale anche per spingere i cittadini a utilizzare il portale del Comune. Giulia Murolo, responsabile comunicazione istituzionale del Consiglio Regionale Puglia, ha ripercorso le tappe della creazione di una pagina Facebook per la biblioteca del Consiglio che fungesse da urp online, raccogliesse prestiti, presentasse eventi, fornisse servizi online. Come ha ribadito, il cittadino sui social vuole qualcuno che lo ascolti. Rosa Maria Sanrocco, responsabile sezione servizi istituzionali dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, ha definito la comunicazione della Pa non più verso i cittadini, ma con loro. I social diventano un focus group permanente: con gli insights si capisce di cosa i follower hanno bisogno. A volte sono gli stessi utenti che si scambiano suggerimenti arrivando al vero concetto di community. Vito Palumbo, responsabile comunicazione e relazioni esterne di Acquedotto Pugliese, ha sottolineato come la comunicazione spesso riceva risorse limitare. Da qui la necessità di capire dove e come comunicare: a volte si rischia di essere ridondanti o usare male il mezzo, allontanando l’utente. Il punto centrale non è più dare informazioni, ma raggiungere davvero l’interlocutore e semplificare l’accessibilità ai contenuti. Maria Cafagna, referente per la comunicazione digitale e social media manager della Fondazione Petruzzelli, ha raccontato che il teatro Petruzzelli aveva la sensazione di non possedere un canale per parlare con i cittadini. I suoi social sono nati per portare a teatro i più giovani. Attraverso Facebook, Instagram e Twitter si dà un volto a chi sta dietro le quinte, a chi non appare nelle cronache. Gli spettatori entrano così nel backstage a vedere tutto il lavoro che c’è dietro alla realizzazione degli spettacoli. Sara Meledandri, social media manager del Museo civico di Bari, ha descritto il piano editoriale, che spazia dal racconto della collezione museale agli eventi e attività del museo fino a post emozionali che raccontano progetti extra. La newsletter funziona ancora. Essere al passo con le novità tecniche introdotte dai social, come la diretta live, è fondamentale, mentre le campagne di sponsorizzazione sono utili per raggiungere nuovi pubblici.