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Droni e privacy, i consigli del Garante

Usare i droni per scopi ricreativi è divertente e lecito, ma a patto di rispettare la privacy altrui. È il Garante per la protezione dei dati personali a sottolinearlo con una infografica on line sul sito che ha l’obiettivo di dare qualche dritta sull’uso di questi strani oggetti che sempre più spesso vediamo volare sulle nostre teste.

Il Garante spiega che se si fa volare un drone con fotocamera in un luogo pubblico è meglio evitare di invadere gli spazi personali e l’intimità delle persone. La diffusione di riprese realizzate con il drone, sul web, sui social media, in chat, può avvenire solo con il consenso dei soggetti ripresi. In caso contrario è possibile diffondere le immagini solo se i soggetti ripresi non sono riconoscibili o se vengono “pixelati” i loro volti.

È sempre bene evitare di riprendere e diffondere immagini che contengano dati personali come targhe di macchine, indirizzi di casa. Sono sempre da evitare invece le riprese che violano gli spazi privati come case, giardini: si potrebbero violare norme penali.

Un drone che fa riprese nelle vicinanze può dare la sensazione di essere osservati, inducendo disagio e influenzando il normale comportamento delle persone. È quindi buona regola usare questi strumenti senza invadere la sfera personale degli altri, magari informando che si sta facendo volare un drone.

Un’altra buona pratica da seguire è quella di fare in modo che il pilota del drone sia sempre ben visibile, così da non suscitare sospetti o allarme negli altri.

Non si possono usare droni per captare volontariamente conversazioni altrui. Eventuali frammenti di conversazione registrati in modo accidentale possono essere utilizzati solo se non rendono riconoscibile il contenuto dei discorsi e le persone coinvolte.

L’infografica sui droni fa parte di un progetto informativo del Garante per sensibilizzare gli utenti sulle varie tematiche connesse alla protezione dei dati personali. CittadinidiTwitter ha già approfondito l’infografica del Garante sul phishing.

La campagna informativa sarà portata avanti anche attraverso i profili social del Garante.

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