Quando è arrivata la telefonata, chi ha risposto deve essere sobbalzato sulla sedia. “Incredibile avete più hardware di noi”, diceva una voce che aveva attraversato tutto il continente americano e l’Atlantico. A pronunciare quelle parole, tra l’incredulo e il divertito, era qualcuno di Cupertino, che dalla sede di Apple si complimentava con gli ideatori del museo dedicato alla Mela Morsicata più importante del mondo: All About Apple di Savona (@aaamuseum)
Nato quasi per caso
Nel 2002 un rivenditore Apple, la Briano Computer di Savona, cede gratuitamente un magazzino dismesso a Alessio Ferraro, uno dei fondatori del museo. Si ritrova tra le mani un piccolo tesoro, è il nucleo embrionale di quello che diventerà All about Apple. Per alcuni solo vecchi computer buoni per la polvere, per i cultori dell’archeologia informatica è stato come aprire un forziere. Nel 2005 arriva la telefonata di Cupertino, che dà un’improvvisa accelerata al progetto. In breve il museo diventa un successo. Dentro ormai si trova di tutto: dai mitici Apple anni ’70 agli albori dell’era dell’informatica (quelli assemblati da Wozniak e venduti da Jobs, da Apple II a Lisa), i primi McIntosh (dal 128k in poi) che rivoluzionarono il concetto di Pc con l’avvento dell’interfaccia grafica e il mouse, per finire a vere e proprie chicche come il palmare antenato dell’iPhone, il Newton trasparente in edizione limitatissima per mostrare ad alcuni rivenditori l’interno della macchina, o il TAM, Twentieth Anniversari Macintosh, computer del ’97 realizzato in occasione dei vent’anni di Apple. Senza contare i gadget e i software, dai monitor ai circuiti stampati, dalle periferiche ai manuali, dai poster ai protipi mai commercializzati; praticamente qualunque cosa che abbia visto la luce con il marchio della Mela Morsicata impresso sopra.
Oggi All About Apple ha vinto la sua scommessa. Grazie alla generosità di tanti appassionati sono stati raccolti oltre 5 mila euro (attraverso una campagna lanciata a fine gennaio dalla piattaforma di crowdfunding “Eppela”). Con questi finanziamenti il museo punta al nuovo allestimento: l’autorità portuale ha infatti offerto uno spazio alla Darsena, la nuova sede dovrebbe aprire entro la fine di quest’anno. Ma è solo il primo step. I vertici di All About Apple puntano infatti alla copertura WiFi gratis di tutta l’area espositiva (serviranno 8mila euro), alla realizzazione di un’applicazione per iPhone per visitare il museo che includa navigazione ‘indoor’ con tecnologia Beacon (12mila euro) e di un’app anche per Android (se saranno raccolti 16mila euro).
Ma se pensate a un museo fatto di teche e pannelli informativi, avete sbagliato indirizzo. Qui tutto si potrà provare sul campo, toccare con mano, far scorrere i diti su tastiera e mouse. Un museo vivo, insomma. Per la goia di nerd o semplici appassionati di tecnologia che vogliono conoscere da vicino le macchine che hanno fatto la storia dell’informatica di consumo.
Alcuni numeri (tratti dal sito del museo)
Nel catalogo ci sono più di 7000 pezzi, tra cui 987 personal computer Apple e 142 non-Apple (sono macchine dell’epoca pre Ms-Dos: Commodore, Atari, Olivetti… per meglio spiegare l’epoca pionieristica degli anni ’70), 244 monitor, 152 stampanti, 1330 periferiche minori (tastiere, mouse, floppy drive, dischi rigidi, accessori…), 1706 manuali, 1108 brochures, 144 poster, 951 titoli di software in cd-rom e floppy disk, 227 packages, oltre 200 spille e moltissimi accessori.