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Google, svelato il funzionamento dell’algoritmo di ricerca

Algoritmo Google svelato

Un documento contenente 14.014 attributi provenienti dal Content API Warehouse: ecco l’algoritmo di Google svelato

Oltre 2500 pagine che fanno luce sulle regole di funzionamento dell’algoritmo del motore di ricerca più famoso e utilizzato al mondo. 

Una manna dal cielo per gli esperti SEO, da sempre impegnati nello scoprire come le migliori tecniche di ottimizzazione, ma un grave danno per Mountain View, che mai come in questo caso è stata resa vulnerabile. 

Pochi giorni fa, l’esperto SEO Rand Fishkin ha rivelato che una fonte anonima – poi rivelatasi attraverso un video YouTube – ha condiviso con lui documenti di circa 2500 pagine e contenenti 14.014 attributi (funzionalità API) provenienti dal Content API Warehouse di Big G.

L’algoritmo di Google svelato dai documenti interni

Dai documenti – che sarebbero stati inizialmente pubblicati su GitHub, probabilmente per errore, a fine marzo e ritirati il 7 maggio – emergono dettagli di cruciale importanza. 

In particolare, alcune informazioni, secondo Fishkin, sembrano essere anche in conflitto con le dichiarazioni pubbliche fatte finora dai rappresentanti di Google che spesso sono chiamati a “difendere” le informazioni proprietarie.

Un esempio citato da Fishkin è se i dati di Google Chrome vengono effettivamente utilizzati per classificare le pagine. I rappresentanti di Google hanno ripetutamente negato ma Chrome è specificamente menzionato nei documenti nelle sezioni su come appaiono i siti web nella Ricerca.

Un’altra questione emersa è il ruolo della metrica EEAT – esperienza, competenza, autorevolezza e affidabilità – nella classifica.

I rappresentanti di Google hanno dichiarato in passato che l’EEAT non è un fattore di ranking ma l’esperto SEO Mike King ha invece spiegato in dettaglio il modo in cui Google sembrerebbe raccogliere i dati dell’autore da una pagina, includendo un campo specifico per indicare se un’entità sulla pagina è l’autore.

Se da un lato la fuga di notizia getta senza dubbio una nuova luce sull’algoritmo di ricerca di Google, dall’altro alcune delle informazioni presenti risultano datate e quindi probabilmente non più applicabili. Inoltre, con l’avvento di Gemini integrato nella ricerca, la situazione potrebbe essere attualmente totalmente cambiata, rendendo il leak in parte obsoleto. 

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