Riceviamo e volentieri pubblichiamo un contributo/lettera di Pierluigi Ermini (@PierluigiErmini), responsabile comunicazione del Comune di Montevarchi, e accettiamo volentieri l’invito che ci rivolge per una iniziativa pubblica sui temi della comunicazione istituzionale e politica:
Caro Direttore,
il sempre maggiore impiego dei social network (Facebook e Twitter su tutti) da parte della pubblica amministrazione mi spinge a fare alcune riflessioni su come noi operatori della comunicazione pubblica utilizziamo questi strumenti. Mi riferisco alla “consapevole confusione” che troppo spesso spinge a utilizzare uno strumento che, aperto per espletare a una specifica funzione della comunicazione istituzionale, viene invece impiegato come canale di comunicazione politica se non a volte addirittura di vera e propria propaganda politica. Quando si vedono pagine Facebook istituzionali che hanno come copertina di presentazione la foto del Sindaco e della Giunta e non della città, oppure si assiste a “ondate” di twitter dove si parla di amministratori che vengono rappresentati in qualunque iniziativa pubblica, dando spazio ai loro volti e alle loro immagini personali, utilizzando il canale informativo dell’ente (e non quello proprio personale), e magari si è in piena campagna elettorale, io credo che vada aperta una riflessione seria, su come noi professionisti della comunicazione pubblica ci stiamo comportando. Sappiamo tutti che il limite è molto sottile (e che ogni azione anche amministrativa e di informazione istituzionale può diventare politica e forse in qualche senso lo è), ma proprio prendendo spunto dalle ultime elezioni, non tanto quelle europee, ma soprattutto le amministrative, devo dire che molto spesso si è veramente fatto un uso improprio di questi strumenti. La personalizzazione che alcuni enti pubblici hanno fatto delle comunicazioni istituzionali, utilizzando strumenti che sono ad oggi fuori dalle normative che invece regolamentano altri mezzi di informazione, per chi come noi opera nella sfera pubblica, deve indurci a delle riflessioni. Ritengo che i social media, se ben gestiti, possano diventare uno strumento di comunità, dove l’ente svolge la sua azione (anche culturale e sociale) e la sua informazione, ma al tempo stesso si apre anche al giudizio spesso critico e al pensiero dei cittadini. Occorre fare attenzione a non mischiare la comunicazione politica, fatta giustamente attraverso l’utilizzo di account personali di candidati, con quella dell’utilizzo di strumenti istituzionali che ricordiamoci bene, sono pagati da tutti i cittadini comunque la pensino. In questo senso il “pagare” è riferito non tanto ai mezzi tecnologici (che hanno una spesa limitata), ma principalmente alle persone che lavorano utilizzando i nuovi social media per conto degli enti pubblici.
Noi a Montevarchi abbiamo cercato di darci dei limiti: nelle nostre pagine Facebook e Twitter e sul sito istituzionale non inseriamo affermazioni dirette dei politici, cerchiamo di dare una informazione istituzionale parlando in terza persona (è sempre l’ente e non il singolo politico), utilizziamo pochissimo i volti e le immagini degli amministratori. Utilizziamo questi spazi per non personalizzando l’azione amministrativa, perché il nostro compito di addetti alla comunicazione, è quello di dare l’idea di un ente che, anche attraverso i social, crea comunità. A volte può nascere sui social anche un confronto aspro, duro, con diversità di vedute tra i cittadini stessi che hanno il coraggio di dire la propria, o tra ente e singola persona, ma qui la pubblica amministrazione può svolgere un ruolo importante sullo spiegare perché si sono fatte certe scelte. Questa è la parte vera della partecipazione, che parte da un dire che apre al confronto e non da un’azione comunicativa univoca e basta. Vuol dire “presidiare” i social media, non trascurare le risposte da dare, vuol dire far entrare il cittadino “dentro” l’ente. Ecco allora che mi viene allora in mente di poter organizzare qui a Montevarchi, un ente che sta investendo sui social media e dove all’inizio del nuovo anno apriremo anche il nuovo Urban Center, un confronto tra comunicazione istituzionale e comunicazione politica nei social media. Potremmo ospitare questo evento proprio nei giorni dell’inaugurazione dell’Urban Center, creando quasi una continuazione della prima iniziativa dello scorso novembre su questi temi, una tavola rotonda per un confronto a 360° gradi. Credo che chi si occupa di informazione e comunicazione pubblica debba confrontarsi su questi temi e non mischiare ciò che è informazione alla città con ciò che è propaganda politica.