Expo 2015 è un’occasione di crescita per i giovani e per il territorio. Così la pensano gli oltre 11 mila studenti degli Atenei milanesi che hanno partecipato al sondaggio Experando Expo aspettative, speranze, progetti, promosso dal Comitato scientifico-Le Università per Expo 2015 del Comune di Milano, a cura scientifica dell’Università di Milano-Bicocca.
Il sondaggio è stato realizzato attraverso un questionario online somministrato tra febbraio e aprile 2015 agli studenti delle Università Bocconi, Cattolica, Iulm, Milano-Bicocca, Politecnico, San Raffaele, Statale e Fondazione Milano Scuole Civiche. Tra i partecipanti all’indagine prevalgono le donne (59,9 per cento), l’83,3 per cento ha meno di 24 anni, il 48,3 proviene da Milano e hinterland e il 39,6 da altre province della Lombardia; mentre il 12,1 risiede in altre regioni. I canali attraverso i quali gli studenti si sono informati su Expo sono, nell’ordine: la televisione (59,7 per cento), il web (51,7 per cento) e i social network (47,4 per cento).
La ricerca, curata da Francesca Zajczyk e Mario Boffi, sociologi dell’Università di Milano-Bicocca, è stata presentata questa mattina in una conferenza stampa a Palazzo Marino, introdotta dal sindaco Giuliano Pisapia e dalla presidente del Comitato scientifico-Le Università per Expo 2015 del Comune di Milano Claudia Sorlini.
A seguire il Sindaco, i Rettori e i Delegati delle Università, con la partecipazione dei rappresentanti degli studenti, hanno discusso dei risultati dell’indagine nel corso di un dibattito moderato da Elisabetta Soglio del Corriere della Sera.
Ben il 90,8 per cento degli universitari milanesi ritiene che Expo 2015 rappresenti un’occasione positiva o molto positiva di crescita personale. Ottimismo anche sulle ricadute che l’evento avrà su Milano (positive per il 35,1 per cento, molto positive per il 54,5) e sul Paese (molto positivi 48,6 per cento, positivi per il 40,6). I giudizi decisamente più ottimisti arrivano dagli studenti dell’area economica (85,6 per cento), seguiti da ingegneria (79,2 per cento), architettura e design (78,9 per cento), medicina (77,1 per cento), scienze umane (76,9 per cento) e scienze (73,1 per cento).
Nei sei mesi di evento, gli studenti pensano a ricadute positive per il turismo (97 per cento), riguardo l’offerta culturale (93 per cento) e l’internazionalizzazione (87,9 per cento), ma temono disagi legati alla mobilità (86,1 per cento), alla crescita del costo della vita (67 per cento) e a una riduzione della sicurezza (55 per cento). Speranze anche per il dopo Expo: gli studenti immaginano una Milano più internazionale (66,8 per cento), una crescita del turismo (61,7 per cento), una mobilità più sostenibile (57,4 per cento). Ci sono alcuni fattori che preoccupano: come un possibile aumento del costo della vita (38,5 per cento), aumento dei rischi legati alla sicurezza (18,1 per cento) e difficoltà nella mobilità (13,3 per cento).
Il 90,2 per cento dichiara che visiterà lo spazio espositivo: il 50,3 per cento per una sola giornata, il 39,9 per cento per più giorni. Per quanto riguarda le opportunità lavorative: solo il 6,2 per cento ha ottenuto un impiego in vista di Expo; il 53,8 per cento è interessato a collaborare all’evento ma solo a fronte di un corrispettivo economico; mentre il 28,7 per cento lavorerebbe anche gratuitamente.
Gli studenti milanesi sembrano avere le idee piuttosto chiare sul futuro dell’area Expo. Infatti, ciò che auspicano è una destinazione culturale degli spazi che coniughi la ricerca e l’innovazione in un ambiente accogliente e sostenibile. Tra le proposte dei giovani: “Spazi culturali, mostre, musei, gallerie d’arte, centri convegni” (63,7 per cento), “Centri di ricerca e sviluppo” (60,8 per cento) e “Spazi ricreativi” (37,3 per cento).