La realtà mista (MR), talvolta chiamata realtà ibrida, è una tecnologia che fonde elementi di realtà virtuale (VR) e realtà aumentata (AR). L’unione di ambienti digitali e fisici crea nuove ambientazioni in cui gli oggetti virtuali e fisici coesistono e interagiscono in tempo reale. La realtà mista migliora e potenzia la realtà con elementi non fisici con cui è possibile interagire tramite sensori e appositi dispositivi, come visori MR e smart glasses.
Ma come funziona la realtà mista?
La realtà mista permette agli utenti di interagire simultaneamente con il mondo virtuale e quello reale. L’utente è presente nel contesto reale ma può interagire con oggetti virtuali inseriti nell’ambiente grazie alla realtà virtuale, traendo informazioni aggiuntive tramite la realtà aumentata. I dispositivi di realtà mista usano sensori, telecamere e algoritmi avanzati per mappare l’ambiente fisico e tracciare i movimenti dell’utente, consentendo un’interazione precisa tra oggetti reali e virtuali. Le caratteristiche della realtà mista sono:
- Mapping spaziale, rappresentazione dettagliata delle superfici reali nell’ambiente.
- Comprensione umano, ovvero il rilevamento, rilevamento oculare e l’input vocale.
- Suono spaziale.
- Posizione e posizionamento negli spazi fisici e virtuali.
- Collaborazione su oggetti 3D.
Realtà mista, realtà aumentata e realtà virtuale
La realtà mista è un mix tra AR e VR. Si potrebbe descrivere come una realtà aumentata più immersviva tramite l’uso di dispositivi indossabili e non si limita a sovrapporre elementi virtuali al mondo reale, ma integra effettivamente gli oggetti virtuali con quelli fisici.
La realtà mista rispetto al metaverso
Il metaverso è una rete di mondi interconnessi basata su piattaforme aperte. Il metaverso include un concetto di comunità più spinto e pervasivo di qualsiasi mondo virtuale tradizionale. Nel metaverso del futuro, ci sarà un’unica vita di cui occuparsi, integrata tra il fisico e il digitale. La differenza tra Metaverso e Extended Reality è marcata dalla necessità che i “mondi virtuali” siano persistenti, accessibili da tutti, immersivi, modulabili, interoperabili, transazionali, consentano il possesso di asset e permettano la rappresentazione tramite avatar.