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Sono 29 le città che hanno un buon livello di maturità digitale

maturità digitale città

“Indagine sulla maturità digitale dei Comuni capoluogo presentata a Forum PA: nel 2024 tra le 29 città con un buon livello di maturità digitale complessiva troviamo, oltre a 5 Comuni metropolitani, 12 realtà medio-grandi, 9 città medie e 3 piccole realtà

Si registrano i primi effetti sui territori dei progetti finanziati dal PNRR per la PA Digitale: aumentano i livelli di maturità digitale dei Comuni capoluogo, si riduce il gap Nord-Sud e tra grandi e piccole città, per la prima volta non si evidenziano amministrazioni con un basso livello di digitalizzazione. È quanto emerge della sesta edizione dell’“Indagine sulla maturità digitale dei Comuni capoluogo” presentata oggi a FORUM PA 2024. La ricerca, realizzata da FPA per Deda Next, società di Dedagroup, ha analizzato lo stato di avanzamento delle amministrazioni comunali italiane negli obiettivi di digitalizzazione individuati dalle strategie nazionali, secondo il modello Ca.Re. (Cambiamento Realizzato) di Deda Next. Un benchmark con cui i Comuni possono valutare il proprio grado di maturità e uno strumento operativo per misurare i risultati raggiunti e indirizzare nuovi investimenti per lo sviluppo di servizi digitali di nuova generazione.

Sintesi dell’Indagine sulla maturità digitale dei Comuni

Il risultato è una classificazione dello stato di maturità digitale di 110 amministrazioni capoluogo in base al loro posizionamento su tre dimensioni: l’offerta online di servizi (Digital public services), l’integrazione dei sistemi comunali con le piattaforme nazionali (Digital PA) e la maturità su dati e interoperabilità, misurata con il nuovo indice Digital Data Gov che sostituisce il precedente Digital Openness. In questa edizione, sono state integrate anche misurazioni sull’adozione delle piattaforme SEND (Piattaforma notifiche digitali) e PDND (Piattaforma Digitale Nazionale Dati).

Nell’indagine 2024, la grande maggioranza delle città monitorate (81 su 110) si colloca nelle fasce più elevate di maturità complessiva dell’indice Ca.Re. Nello specifico, 29 città sono a un livello “buono” di maturità digitale (AostaArezzo,Bergamo, Bologna, Brescia, Cagliari, Caltanissetta, Cesena, Cremona,Ferrara, Firenze, Genova, Livorno, Lodi, Massa, MilanoModena, Nuoro,Padova, ParmaPaviaPerugia, Piacenza, PistoiaReggio Emilia, Rimini,Roma Capitale, Siena, Udine). Altre 52 sono a livello “medio-alto” e le restanti 29 a un livello “medio-basso”, mentre nessuna si colloca al livello minimo. Un risultato dovuto soprattutto ai progressi negli indici Digital Public Services e Digital PA, mentre nel nuovo indice Digital Data Gov poche ancora le amministrazioni che hanno raggiunto il livello di maturità più elevato, trattandosi di un nuovo percorso in cui le città sono ancora all’inizio. L’indice Digital Data Gov, infatti, è stato profondamente rivisto rispetto alle precedenti edizioni dell’Indagine: l’indicatore relativo ai social network è stato sostituito con quello sull’interoperabilità, che misura il livello di adesione dei Comuni alla PDND, il cui lancio è relativamente recente. Queste modifiche costituiscono un ulteriore innalzamento dell’asticella, dopo quello già operato nell’edizione 2023, e riflettono i più elevati obiettivi di digitalizzazione a cui sono chiamate oggi le amministrazioni come effetto dei traguardi posti dal PNRR. L’obiettivo è offrire una fotografia dei percorsi di evoluzione dei Comuni conforme al mutato scenario di contesto.

Si riducono i gap territoriali e demografici. Tra le 29 città con un buon livello di maturità digitale complessiva troviamo, oltre a 5 Comuni metropolitani, 12 realtà medio-grandi (con una popolazione tra 100mila e 250mila abitanti), 9 città medie (tra 50mila e 100mila abitanti) e 3 piccole realtà (sotto i 50mila abitanti). Sebbene tale articolazione non differisca troppo da quella dello scorso anno, è importante evidenziare come la crescita delle realtà medie e piccole registrata nei primi due indici sia nettamente superiore a quella della precedente rilevazione. Analogamente, a livello geografico, si evidenzia un recupero del Mezzogiorno: le realtà del Sud a buon livello digitale sono 3, ma è evidente il progresso nello sviluppo dei servizi e nell’integrazione con le piattaforme nazionali, con 7 Comuni (erano 3 nel 2023) ad un buon livello di maturità nell’indice Digital Public Services e 8 (erano 0 nel 2023) nell’indice Digital PA.

“Il PNRR si sta confermando un’occasione unica per innovare il settore pubblico, sia per quanto riguarda gli enti locali sia per la PA centrale, che possono sfruttare la digitalizzazione per operare una rivoluzione della cultura del servizio al cittadino e alle imprese”, ha commentato Fabio Meloni, CEO di Deda Next. “In questo senso, l’adesione alla PDND, che promuove la condivisione e l’interoperabilità delle informazioni tra le amministrazioni, è un tassello chiave per modernizzare definitivamente i servizi pubblici e favorire lo sviluppo di soluzioni innovative costruite sulla base di fonti certificate e univoche. I dati, quando sono interoperabili, diventano il motore di un’innovazione che ha al suo centro le persone, perché abilitano una PA puntuale ed efficace, alleata di cittadini e imprese, con un’offerta di servizi efficiente e facilmente accessibile, alla portata di tutti, proattiva nei confronti dell’utente. Una PA più equa. Per raggiungere questo traguardo dobbiamo costruire un ecosistema collaborativo in cui pubblico e privato condividono risorse e conoscenze per generare valore e benessere su tutto il territorio”.

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