Cresce la familiarità con i social network delle organizzazioni del Terzo Settore italiano, alla continua ricerca di visibilità e di nuovi strumenti per migliorare la raccolta fondi. E’ quanto emerso dalla 2a edizione della ricerca “La comunicazione digitale nel nonprofit: usi, rischi e opportunità”, realizzata dalla Fondazione Sodalitas nell’ambito del programma Sodalitas Social Innovation. L’iniziativa, che da tre anni favorisce la collaborazione tra settori del profit e del no profit per aumentare le capacità progettuali del Terzo Settore, prevede un bando per il 2014 che scade il prossimo 13 giugno e che assegnerà sette premi speciali a organizzazioni no profit.
Quasi il 90% delle organizzazioni ha familiarità con l’uso dei social network nel Terzo Settore. Questo il dato più significativo dello studio effettuato dalla Fondazione in collaborazione con l’Istituto Italiano della Donazione. La richiesta più sentita resta quella della visibilità a tutti i livelli, che vuol dire soprattutto sensibilizzazione verso la causa. Quasi un terzo dichiara anche di utilizzare il network per ottenere fondi o donazioni a sostegno delle proprie attività. Piuttosto eterogeneo il campione utilizzato per quantificare modalità e obiettivi dell’utilizzo dei social network da parte del Terzo Settore nel nostro paese. Prese in considerazione in maggioranza le associazioni, ma anche le organizzazioni di volontariato, le cooperative e le fondazioni, con prevalenza di organizzazioni di piccola dimensione economica (oltre il 60% del totale). Rappresentati diversi settori di attività, dall’assistenza sociale alla solidarietà internazionale, dall’educazione all’assistenza sanitaria fino all’infanzia e ai giovani.
Tra i mezzi social, se Facebook resta quello di gran lunga più utilizzato dal no profit (86%), le organizzazioni fanno buon uso anche di Youtube (50%) e Twitter (47%), con un indice di gradimento più che apprezzabile (58%) coloro che dichiarano di non aver mai avuto problemi nell’utilizzo. Significativo anche il dato (74%) nell’ambito di chi sui social network non è presente, ma che dichiara di non poterlo fare soprattutto per problemi di risorse. Ancora non molto utilizzate dal Terzo Settore le campagne di crowdfunding attraverso i social (solo il 19%), più diffuse invece tra le ONG e le Fondazioni. Il giudizio verso questo tipo di strumento è però più che positivo (62%), nonostante qualche criticità come le iniziali resistenze degli utenti ai pagamenti on line e l’attuale periodo di crisi. Il dato forse più confortante resta quello relativo all’ultimo anno solare. Dal 2013 la percentuale di organizzazioni no profit che non utilizzano social network ha subìto un brusco ridimensionamento (dal 19 all’11%), con un parallelo forte aumento di consenso verso l’utilizzo dei social per ottenere fondi e donazioni (dal 15 al 28%). Conferma ulteriore della strada scelta dal Terzo Settore verso una nuova forma di comunicazione.