Il terzo rapporto Sentieri (Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento) ha confermato l’aumento di ricoveri ospedalieri e l’incidenza di tumori delle popolazioni che vivono nelle aree più contaminate d’Italia. Se questo preoccupa e molto, è anche vero che alcune ricerche effettuate in aree sottoposte a corretta bonifica hanno dato risultati opposti in termini di incidenza, riduzione delle patologie e quindi miglioramento della vita.
Analisi come il “Willigness to Pay Approach” hanno rivelato esiti molto positivi se vengono effettuate le azioni di bonifica e decontaminazione: il ritorno di investimento a fronte dei 143 milioni di euro previsti per bonificare il litorale Domizio Flegreo e l’Agro Vesuviano (la Terra dei Fuochi, per intenderci) in termini di vite risparmiate da malattie oncologiche ammonterebbe a 11,6 miliardi di euro. Il solito studio applicato ad altre zone in Sicilia (Gela e Augusta) darebbe analogo risultato in termini di salute e miglioramento di qualità della vita.
Ma c’è una altro dato di ritorno positivo, certamente meno diretto del crollo degli indici di morbilità e mortalità,ed è dato dalla trasparenza nelle gestioni delle bonifiche. A Fidenza, dove si è proceduto al risanamento delle aree già di proprietà della Compagnia Italiana Petroli (contaminate dal tetraetile di piombo) e dell’ex Carbochimica ( avvelenate da idrocarburi policiclici aromatici), il coinvolgimento pieno della cittadinanza e l’informazione capillare hanno aiutato l’accettazione delle opere di risanamento che non era per nulla semplice. Sia perchè l’area Sin era estesa, sia per le aspettative createsi durante le azioni di bonifica. In questo, il corretto e continuo flusso informativo H24 curato da comune, Asl,Arpa ha visto utilizzare tutti gli strumenti, dai siti web, ai classici canali di comunicazione, ai social. Quest’ultimi sono poi diventati l’espressione di condivisione della divulgazione da parte dei cittadini stessi, amplificando i passaggi informativi in tempo reale di avanzamento dei lavori, rilanciandone i contenuti per alimentare la conoscenza diffusa.
Questo è un caso che dimostra come l’utilizzo dei social in un ambito molto particolare di Protezione Civile possa essere esteso e articolato seguendo protocolli precisi, che partono dalla certezza della fonte ma che garantiscono la possibilità di porre quesiti, confronti, argomentazioni in entrambi i sensi: davanti a tutti! Siamo probabilmente all’essenza della trasparenza per argomenti di vero interesse collettivo.