Sheryl Sandberg, quarantaquattrenne nata a Washington, è la persona che nel giro di 6 anni ha portato il numero di utenti di Facebook da 72 milioni a oltre 1miliardo e 200 milioni. Laureata ad Harvard, dopo un’importante esperienza con il ministro del Tesoro dell’amministrazione Clinton ed un rapporto di consulenza con la McKinsey, Sheryl approda in una semisconosciuta Google. La prima intuizione è che il motore di ricerca della casa di Mont View deve diventare la prima cosa che milioni di americani vedono ogni mattina appena collegati alla rete: per far questo convince AOL (America on Line), uno dei più grandi service provider al mondo, ad utilizzare il loro motore di ricerca. Quindi intuisce che la base economica dei proventi pubblicitari deve essere spostata di più verso la rete, magari riconoscendo una quota per ogni click sui banner pubblicitari: nasce così AdSense.
Poi l’improvvisa strambata: nel 2007 Sheryl durante un party natalizio conosce Mark Zuckerberg, che evidentemente sa bene quanto sia stato fatto a Mont View dalla Sandberg e fa di tutto per strapparla a Google. Facebook all’epoca è ancora una startup, ma la Sandberg accetta (anche perché Google l’ha confinata nella struttura commerciale). Di lì nasce un rapporto che la porta nel giro di pochi mesi a diventare prima la responsabile operativa della società di Menlo Park e quindi la numero due di FCBK. E nel giro di pochi anni il numero di utenti del social sale, fino all’attuale quota 1 miliardo e 280 milioni. Oggi, pur corteggiatissima dalla politica e con un patrimonio di un miliardo di dollari, Sheryl sta lavorando con decisione sulle applicazioni mobili di Facebook ( smartphone e tablet) perché ritenuto dalla vicepresidente il settore che “….dà maggior vantaggio competitivo, fondamentale per i mercati emergenti. Abbiamo milioni di potenziali utenti del nostro social che il pc nemmeno ce l’hanno. Ecco, devono saltare quella fase ed usare direttamente gli apparecchi mobili…”. Avrà ragione lei? Recentemente Sandberg ha orientato le scelte degli investimenti fatti per l’acquisto di WhatsApp (14 miliardi di euro) e di Oculus VR (leader nella realtà virtuale costato 1,5 miliardi di euro) in quanto da lei ritenuti indispensabili a lungo termine.
Quello che è certo è che Sheryl Sandberg è il riferimento stabile di Facebook a Wall Street: le azioni societarie sono passate ognuna da meno di 20 dollari a oltre 60. Come ha fatto? Convincendo uno ad uno grandi inserzionisti pubblicitari a spostare sul social network alcune delle loro campagne pubblicitarie. Nel suo ultimo libro, titolato “Facciamoci avanti”, titolo originale “ Lean in”, edito in Italia da Mondadori, la Sandberg racconta di essere stata definita “… prepotente ed irascibile”; le stesse qualità che, secondo lei, di un uomo fanno dire “…è tosto, bravo… ha standard elevati”.