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Toscana, l’anagrafica dei richiedenti asilo in una app cloud

Si chiama Asas − Anagrafica delle strutture di accoglienza per stranieri − ed è l’applicazione cloud messa a punto dagli uffici della Regione Toscana che permetterà di conoscere quasi in tempo reale il numero dei richiedenti asilo ospiti in una struttura, in un comune, in una provincia o nell’intera regione. Ma non solo: registrerà anche le attività svolte da ciascuno, la sua storia e provenienza.

Il nuovo sistema informativo, testato da settembre 2016 con un gruppo di associazioni impegnate nell’accoglienza (e migliorato in questi mesi a fronte delle necessità che via via si sono presentate) sarà per un anno, in via sperimentale, messo a disposizione di tutti i gestori e di tutte le prefetture che lo vorranno utilizzare. La giunta regionale lo ha deciso con una delibera presentata dall’assessore alla presidenza e all’immigrazione Vittorio Bugli.

Alla fine di marzo i richiedenti asilo del modello di accoglienza diffusa toscana sfioravano le tredicimila persone, compresi gli ospiti degli Sprar, ovvero le strutture di seconda accoglienza, che erano poco meno di mille. La rendicontazione delle presenze e attività all’interno dei centri era mensile. L’applicazione permetterà dunque una rendicontazione più rapida e puntuale.

Saranno i responsabili degli enti gestori dei Cas, i centri di accoglienza straordinaria, che provvederanno all’inserimento dei dati: gli uffici della Regione avranno accesso ai soli volumi generali, mentre tutte le altre informazioni più personali e sensibili saranno disponibili solo alle singole strutture e prefetture interessate.

Con questo strumento, sicuramente agile – commenta l’assessore Bugli − sarà più facile avere un quadro informato e aggiornato sui richiedenti asilo accolti. Ma la creazione di  un’anagrafica che racconti la storia di ciascuno di questi ragazzi, la provenienza, i corsi frequentati nei centri, magari anche gli studi e la formazione avuta prima, aiuterà pure il loro inserimento oggi in attività di volontariato svolte dai centri nei territori e domani la loro integrazione o la costruzione di percorsi formativi e lavorativi“.

 

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