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Google cancella i dati di navigazione in incognito

Google cancella i dati di navigazione in incognito

C’era una volta e ora non c’è più la navigazione in incognito che tanto in incognito non era.

Google ha monitorato l’attività degli utenti sebbene questi ultimi credessero di navigare in incognito. E così Big G si trova di fronte all’accusa di violazione della privacy di milioni di utenti. Ciò avviene quasi in concomitanza della  presentazione di Gemma, la versione leggera di AI, il cui punto di forza è proprio la sicurezza.

La Class Action

Il procedimento contro Google è iniziato nel 2020. I querelanti hanno dimostrato che la società di Mountain View ha tracciato le attività degli utenti che navigavano in incognito, attraverso cookie e altri strumenti di analisi. Di fatto ingannando gli utenti sul livello di privacy della navigazione in incognito. la società ha scongiurato il rischio di pagare 5 miliardi di dollari di danni grazie alla decisione di distruggere i dati raccolti impropriamente e di apportare delle modifiche per informare meglio gli utenti. L’eliminazione dei dati coinvolgerà circa 136 milioni di utenti.

Responsabilità e Trasparenza

Nella proposta di accordo si legge “Questo accordo garantisce una reale responsabilità e trasparenza da parte del più grande raccoglitore di dati al mondoe segna un passo importante verso il miglioramento e il mantenimento del nostro diritto alla privacy su Internet”. Il portavoce di Google, José Castañeda, ha dichiarato “Siamo felici di cancellare i vecchi dati tecnici che non sono mai stati associati a un individuo e non sono mai stati utilizzati per alcuna forma di personalizzazione”.

Il valore dei dati

Il valore dei dati raccolti impropriamente ammonta a circa cinque miliardi di dollari, quasi 4,5 miliardi di euro. Una somma che sarebbe potuta andare agli utenti come risarcimento. In realtà per poter essere risarcite le persone coinvolte dovranno far causa individualmente. Allo stato attuale sono state presentate cinquanta richieste di risarcimento presso il Tribunale della California.

C’era una volta ed ora non c’è più la certezza delle scelte che un utente crede di compiere più o meno consapevolmente quando naviga nel mare magnum dei browser. 

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