Educare al tempo dei social. È il nome di questa rubrica ed è il concetto che a più riprese ribadiamo: non serve a niente constatare che molti bambini o adolescenti trascorrano ore davanti a uno schermo, a un tablet, a un pc, facendo del virtuale un mondo parallelo rispetto alla vita reale. È utile, semmai, adoperarsi per educare a un utilizzo intelligente di mezzi e luoghi che sono ricchi di opportunità, di sapere e di creatività. I dispositivi digitali sono parte integrante, ed essenziale, del mondo moderno. Contribuiscono alla formazione della personalità di tutti noi. Criticare, senza muovere un dito, è semplice. Attivarsi, per insegnare a noi stessi e ai nostri figli che essere dei buoni “cittadini digitali” aiuta anche cittadini e persone migliori, è senz’altro più difficile e faticoso. Ma è la sola strada possibile.
Ce lo conferma anche Valigia Blu che si sofferma sul progetto di DQ Alliance, associazione internazionale che coinvolge famiglie, scuole, università, imprese, organizzazioni non profit e agenzie governative per rendere l’ambiente digitale un luogo per la costruzione di un mondo migliore. Il digitale non è più una realtà a sé, un pezzo del mondo, uno strumento. È un nuovo modo di vivere, è l’era digitale in cui tutti abitiamo, costruiamo relazioni, definiamo il nostro essere. Per questo il “DQ Project” ha come primo obiettivo la diffusione e l’insegnamento dell’intelligenza digitale, così da fornire ai giovani gli strumenti e lo spirito critico per gestire emozioni e pensieri, comportamenti, confronti e relazioni. Occorre formare cuori e coscienze, coniugare educazione civica ed educazione digitale per abitare e popolare il web di cittadini responsabili che siano in grado di informarsi in modo serio e completo, di verificare le fonti, di pubblicare contenuti che costituiscano un contributo utile per una discussione o per una determinata situazione, evitando di diffondere spazzatura, rancore, rabbia.
Nel DQ Project l’intelligenza digitale viene considerata in tre aspetti: cittadinanza digitale, ovvero la capacità di utilizzare le nuove tecnologie; creatività digitale, con cui si intende l’abilità di dare concretezza alle idee attraverso l’uso di strumenti digitali; imprenditoria digitale, cioè creare nuove opportunità di sviluppo, di lavoro e di occupazione con i mezzi digitali.
Per far sì che l’era digitale sia un tempo di opportunità e di prosperità, non tanto e non solo economica ma anche culturale e sociale, umana e spirituale, occorre che le agenzie educative, dalla famiglia alla scuola, dalle associazioni alle aziende, facciano squadra, operino insieme perché il “crinale del digitale”, che da una parte nasconde insieme e dipendenze e dall’altra apre invece grandi praterie, non diventi un luogo di “accesso vietato” per il rischio e l’incapacità di camminarvi sopra, ma sia sempre più conosciuto e gestito da chi vi si avventura fin da piccolo imparando a riconoscere i rischi, ad evitare e segnalare i pericoli, a instaurare relazioni buone e sane.
Perché il mondo è uno, la vita è una. Si è persone buone online e offline. Negli ambienti digitali e analogici. Sul web e con i piedi per terra. Mettere insieme le energie migliori per fare della più grande rivoluzione degli ultimi tempi, che è internet, anche una rivoluzione dei cuori e delle menti è senz’altro un buon motivo per provarci.