Con la rielezione di Donald Trump, Presidente degli Stati Uniti d’ America, si intravedono importanti cambiamenti per le regole sull’intelligenza artificiale (IA). Gli effetti ricadranno inevitabilmente anche nel rapporto con l’Europa. Donald Trump, noto per la sua politica orientata a favorire le aziende nazionali e semplificare le regolamentazioni, potrebbe intraprendere un approccio meno restrittivo rispetto ai governi precedenti. Ciò favorirebbe lo sviluppo tecnologico ma con meno vincoli etici e normativi. Trump ha già dichiarato che tra le prime iniziative del suo secondo mandato ci sarà la revoca dell’ Executive Order on the Safe, Secure, and Trustworthy Development and Use of Artificial Intelligence di Biden. Un provvedimento ritenuto un rallentamento all’innovazione USA rispetto alla Cina.
Trump, l’Europa e l’IA
Uno scenario che potrebbe entrare in contrasto con la politica europea e l’AI Act. La regolamentazione che punta a creare un quadro normativo chiaro per l’IA, garantendo al contempo trasparenza, sicurezza e rispetto dei diritti fondamentali. Ed è proprio qui che le divergenze potrebbero emergere. Da un lato l’Europa che lavora per diventare leader nella regolamentazione etica dell’IA. Dall’altro, gli Stati Uniti, Trump e l’IA che accelererebbero sull’innovazione, ignorando alcuni standard più rigidi.
A tal proposito avevamo già riportato l’autorevole opinione di Mario Draghi che alla luce della rielezione di Trump assume quasi un valore predittivo. Nel rapporto sul futuro della competitività dell’UE Draghi afferma “la posizione normativa dell’UE nei confronti delle aziende tecnologiche ostacola l’innovazione: attualmente l’UE ha circa 100 leggi focalizzate sulla tecnologia e oltre 270 enti regolatori attivi nelle reti digitali in tutti gli Stati membri. Molte leggi dell’UE adottano un approccio precauzionale, imponendo pratiche aziendali specifiche ex ante per evitare potenziali rischi ex post. Ad esempio, l’AI Act impone ulteriori requisiti normativi sui modelli di intelligenza artificiale a uso generale che superano una soglia predefinita di potenza computazionale, una soglia che alcuni modelli all’avanguardia già superano”.
Un divario normativo internazionale
I due approcci contrastanti potrebbero creare un divario normativo significativo, con implicazioni per le aziende tecnologiche internazionali. Le aziende americane potrebbero trovare più semplice innovare nel proprio mercato, e incontrare ostacoli per conformarsi alle regole europee. Questo potrebbe generare nuove tensioni commerciali e una competizione normativa deleteria tra le due potenze.
La rielezione di Trump potrebbe influenzare l’approccio all’IA a livello internazionale, spingendo altri Paesi a schierarsi tra un modello pro-business americano e un approccio più etico europeo. E poi ancora, un’eventuale riduzione dei vincoli normativi negli Stati Uniti potrebbe stimolare una corsa all’innovazione, con rischi di utilizzi impropri della tecnologia.
Il crescente peso dell’IA nell’economia e nella società fa si che il mondo attendi con ansia le mosse di Trump e il possibile impatto sul futuro della regolamentazione globale. Questo momento storico rappresenta una sfida cruciale per trovare un equilibrio tra innovazione e responsabilità, con implicazioni che potrebbero ridefinire il ruolo delle tecnologie emergenti a livello internazionale.