Dopo l’articolo già apparso qui sul progetto di edu-blog unblogdiclasse®, ecco l’intervista ai suoi protagonisti, i ragazzi!
Mi raccontate la nascita di unblogdiclasse®, come la vostra professoressa vi ha presentato questo progetto?
Inizialmente, durante l’anno 2012, avevamo pensato con la professoressa Elisa Lucchesi di creare un giornalino scolastico per non lasciare inutilizzati i testi che elaboravamo, ad esempio, nei compiti in classe. L’idea era quella di trovare uno spazio in cui immettere i saggi, gli articoli più interessanti che venivano redatti, per poi poterli condividerli con l’esterno. Nel 2012, avevamo già utilizzato Twitter durante la terza edizione della kermesse culturale “Pistoia – Dialoghi sull’uomo”, in qualità di staff per la diffusione su Social. I contenuti e le idee non mancavano, si trattava solo di trovare la forma migliore con cui liberarle al mondo. Solo più tardi, con la partecipazione dell’istituto al Comenius Project – febbraio 2013 -, che l’esigenza di rendicontare le esperienze del nostro Liceo divenne imperativa. Le bellissime attività svolte fino a quel momento dovevano trovare uno sbocco. La professoressa pensò, dunque, di aprire un blog didattico in cui fluissero le nostre produzioni. Perché un blog e non un giornalino? Sostanzialmente perché avesse una possibilità di visualizzazione più ampia rispetto al solo contesto scolastico. Da quel momento, il primo progetto a cui abbiamo preso parte è stata la lettura e recensione del libro La Piramide del caffè di Nicola Lecca, edito da Mondadori. Il tutto è nato da un articolo in cui Roberto Carnero su IlSole24Ore nel Marzo 2013 consigliava la lettura del romanzo in ambito scolastico. La professoressa ci girò la “sfida” di Carnero, proponendoci la recensione del libro.
Aderendo a questo progetto iniziò a strutturarsi una scuola del tutto nuova, 2.0 per intendersi, in linea sia con le direttive ministeriali che con l’esigenza di uscire da “un’aula tra i monti” e aprirsi al mondo (in primis editoriale e giornalistico).
Come avete partecipato all’attività del blog: ognuno a modo proprio o con strategia di classe in modo collettivo?
Inizialmente, la modalità utilizzata per partecipare alle varie attività era generalmente individuale: ciascuno apportava un contributo personale in merito a contenuti e sfumature stilistiche, ma il prodotto finale aveva, spesso, la firma collettiva dell’intero blog.
Adesso, essendo moltissimi e impegnativi i progetti che curiamo, abbiamo adottato un metodo di lavoro individuale o a piccoli gruppi. Col tempo si è verificata una “parcellizzazione della professione”: a seconda delle richieste ci interessiamo a determinati percorsi piuttosto che ad altri, mettendo a frutto le capacità individuali, sempre sotto la guida della prof. Lucchesi.
Quale dei progetti vi ha coinvolto e appassionato, quale invece vi ha impegnato di più in tempo e attenzioni?
Sicuramente tutti concordiamo sulla risposta: #Basia1000. L’iniziativa consisteva nella Twitter-lettura dei Carmina di Catullo e ci ha impegnato dalla metà di settembre alla fine di ottobre 2013. Procedevamo a pubblicare tre Carmina a settimana, lunedì, mercoledì e venerdì dalle 14:30 alle 15:30. Questo comportava una permanenza pomeridiana a scuola, che talvolta si prolungava fino al tardo pomeriggio. Nonostante la difficoltà di conciliare il progetto con lo svolgimento tradizionale delle lezioni e quindi delle consegne domestiche, la preparazione dei compiti in classe e le interrogazioni, abbiamo concluso quest’esperienza divenendo un gruppo di lavoro compatto e organizzato. L’armonia che si viveva all’interno del blog ha dato i suoi frutti: una diffusione progressiva del progetto, una visibilità sempre maggiore e di conseguenza la soddisfazione di veder seguire alla crescente fatica un successo enorme.
Detto questo, ciascuno di noi porta dentro il cuore un progetto piuttosto che un altro, in base al coinvolgimento personale e alle ripercussioni che esso ha avuto sulla maturazione emotiva e scolastica del diretto interessato.
Come valutate l’impatto di questo progetto di studio delle materie letterarie, ogni giorno rispetto al curriculum dell’anno scolastico?
La portata dei progetti di cui ci occupiamo nel blog fa sì che le materie letterarie e umanistiche abbiano acquisito per noi una chiave di lettura ben meno noiosa rispetto a gran parte dei nostri colleghi studenti. La modalità di apprendimento peculiare del blog ci permette tuttavia di continuare in parallelo lo studio delle altre materie di indirizzo con metodi tradizionali. Basta trovare il “giusto mezzo”. Sicuramente, attraverso unblogdiclasse® abbiamo la possibilità di mettere in comunicazione il nostro essere studenti con la realtà lavorativa del giornalismo e del social media management. Sarebbe bello riuscire ad estendere una simile modalità di lavoro anche alle altre materie, ma questo dipende dalla volontà del singolo docente.
Come è avvenuto il connubio blog-vostri profili Twitter? La contaminazione è avvenuta su tutti i progetti?
unblogdiclasse® oltre ad essere un’identità su Twitter costituisce una sinergia in cui i nostri profili operano e che utilizzano come cassa di risonanza. Gli account personali hanno acquisito nel tempo connotazioni del tutto professionali. Hanno scopi lavorativi. Abbiamo a disposizione altri tipi di social – Facebook e Instagram – per un utilizzo privato del web. Su Twitter, unblogdiclasse®, dotato di omonimo account, è inscindibilmente connesso a le nostre individualità, in una concezione quasi organicistica.
unblogdiclasse® è uno spazio virtuale che è strumento di lavoro reale. Vi ha dato anche una divesa visione dei social media rispetto a quella che ne hanno i vostri coetanei? Cosa ne pensate?
Sì. La maggior parte dei nostri coetanei tendono a prediligere Facebook come social network principale. Durante la nostra crescita in unblogdiclasse® abbiamo constatato che questi strumenti possono acquisire una funzione diversa rispetto a quella a cui siamo abituati noi ragazzi. Avendo un account Facebook e Twitter, ci rendiamo conto del divario esistente tra i due: se Twitter offre una concreta possibilità di sbocco lavorativo, Facebook viene utilizzato per la maggiore in modo superficiale. Guardandoci intorno, ci rendiamo conto che talvolta sia impossibile parlare di cultura in maniera credibile con i nostri coetanei attraverso i Social.
Siete diventati anche twittatori molto molto esperti. Pensate che sia uno strumento di arricchimento personale e professionale oppure un mezzo per raggiungere uno scopo?
Attraverso l’utilizzo professionale di Twitter con unblogdiclasse®, ci siamo resi conto di quanto avremmo potuto ricavare anche solo dalla forma stessa del social network: è stato necessario fin da subito sforzarsi per acquisire una notevole capacità di sintesi che tuttavia conservasse in sé correttezza formale e rilevanza nei contenuti. Questo ha influito in maniera sconcertante nella nostra capacità di composizione in italiano. Inoltre, Twitter ci ha dato la possibilità di entrare in contatto diretto con gli autori dei nostri progetti ponendoci in diretto confronto con loro.
Il risultato è stata una crescita sia professionale sia di carattere più intimo. Lo scambio di opinioni, le interviste, i commenti ai nostri testi hanno concorso alla maturazione della nostra personalità. Il tutto in una forma che per essere spendibile esigeva una competenza professionale rigorosa nella forma e nei contenuti, come abbiamo detto in precedenza.
Cosa vi sta lasciando questa esperienza? Forse una visione della scuola che potrebbe essere e che spesso non è?
Assolutamente. Prima abbiamo accennato a quanto ci piacerebbe adottare una modalità di lavoro analoga ad unblogdiclasse® con gli altri professori. Purtroppo questo, come abbiamo visto con la prof. Lucchesi durante il nostro percorso, comporta una selezione da fare con molta cura delle competenze che il Ministero richiede di aver acquisito in uscita da cinque anni di Liceo. Il programma ne risente in termini di quantità, a cui è necessario supplire con la qualità. Si ricerca la sostanza sfrondandola di tutti gli eccessi. Se questo processo viene completato in modo giusto, il risultato è una scuola che facilita enormemente l’apprendimento e, appunto, dà la possibilità di integrare gli studi compiuti collegandoli ad ambiti lavorativi. Tutte le conoscenze acquisite realizzano un nuovo scopo, quello di essere strumentali alla comprensione dell’attualità. In letteratura italiana e latina questo ci risulta, ormai, evidente. Cosa ci lascia unblogdiclasse®? Ci lascia l’orgoglio di vedere i nostri sforzi nello studio prendere una collocazione funzionale in realtà giornalistiche e mediatiche.
La scuola non è soltanto banchi e libri, bensì la possibilità di affacciarsi alla vita con strumenti culturali che abbiano validità effettiva.
E… ha lasciato anche un’impronta emotiva e sociale?
Ciascuno di noi, nelle forme e nei contenuti più vari, si porterà dentro unblogdiclasse® con tutto ciò che ha significato. A partire dal tempo impiegato nella realizzazione dei progetti, che a volte ci tenevano impegnati fin dopo cena, talvolta nei mesi estivi, è nato nei confronti del blog un affetto e un senso d’appartenenza che ci accompagnerà nella vita. Con lui abbiamo capito cosa significhi essere una equipe di lavoro, sia lavorando all’unanimità che occupandoci di un preciso ambito. Con lui abbiamo rivalutato materie impolverate dalla pesantezza di tomi e manuali, per trovarne l’attualizzazione nella vita di tutti i giorni. Con lui abbiamo scavato nell’amore che dalla notte dei tempi tormenta e conforta gli uomini, nella diversità che arricchisce, nella musica e nella violenza dell’essere umano. Ci ha permesso di spiccare il volo nella nostra creatività, ha fatto sbocciare i singoli talenti. Ci ha aiutato a capire la nostra personalità e a strutturarla.
Non è forse questo che #labuonascuola dovrebbe fare?
Un grazie enorme ai fantastici ragazzi di unblogdiclasse®: Giovanni Albergucci (supervisione), Matteo Bizzarri, Chiara Bugelli, Martina Castelli, Gloria Ceccarelli, Lorenzo Ducceschi, Maria Ferrari, Benedetta Giampietri, Alice Guerrini, Asia Pagliai, Francesca Santi, Ilaria Sichi, Martina Signorini. Un ringraziamento speciale alla loro professoressa Elisa Lucchesi che il suo lavoro e il suo impegno sia di ispirazione a tutti gli insegnanti delle nostre scuole.
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con @Isalnghirami