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Festival della Statistica, terza giornata dedicata alla demografia

Le demografia in tutte le sue sfaccettature: è stato questo il focus della terza giornata del Festival della Statistica

Le questioni demografiche in tutte le loro sfaccettature. È stato questo il focus della terza giornata, che si è conclusa ieri il Festival della Statistica e della demografia, salutata dal sindaco Mario Conte come l’evento più importante per la città di Treviso che offre supporto da ben dieci edizioni a questa manifestazione della cultura statistica unica al mondo. Gli appuntamenti si sono aperti con la presentazione del libro Statistica per gli indici compositi. Matteo Mazziotta (Istat), coautore del libro con Adriano Pareto, ha dialogato con Alessandra Ferraro (Rai Isoradio) parlando degli indici compositi a livello europeo in grado di rappresentare fenomeni sempre più complessi e di misurare le disuguaglianze offrendo strumenti alle decisioni politiche.

Di sfide statistiche per il futuro dell’Europa si è discusso anche nell’incontro Far fronte alle disuguaglianze sociali e generazionali, moderato da Alessandra Ferraro (Rai Isoradio).

Monica Pratesi (Istat), ha sottolineato l’utilità degli indicatori multidimensionali e ha parlato del tema della diseguaglianza sociale purtroppo non soltanto economica ma anche culturale. Gli indicatori denotano un impoverimento culturale che non viene contrastato neanche nei paesi Ue più ricchi, inclusa l’Italia, con adeguate risorse dedicate all’istruzione, alla formazione e all’inclusione culturale. Persino la spesa tedesca non appare così distante da quella italiana e si deve fare di più. Ma soprattutto l’investimento sui giovani deve inglobare e gestire la cultura digitale. Francesca Utili (Ministero dell’Economia e delle Finanze), ha portato l’attenzione sulle iniziative del benessere in ambito G7 e ha ricordato che l’Italia, ospiterà il Forum mondiale dell’ OCSE sul Wellbeing. Gloria Tessarolo (Comune di Treviso), ha portato l’esperienza di Treviso “città amica dei bambini” (UNICEF) e del tavolo di monitoraggio sui temi dell’inclusione e della povertà educativa 

La demografia si intreccia con la politica e l’economia come hanno sottolineato i protagonisti del talk Guardare al futuro dell’Europa con le lenti della demografia. Francesco Billari (Università Bocconi, e Fabio Insenga (Adnkronos) si sono confrontati sull’importanza della demografia per capire lo sviluppo sociale ed economico. Il professor Billari nel suo brillante intervento ha sottolineato la necessità di pensare sul lungo periodo, portando l’esempio del demografo Alfred Sauvy “in un orologio la lancetta dei secondi è la politica, l’economia segue la lancetta dei minuti mentre la demografia, che è lenta, segue il movimento delle lancette delle ore”. Spostare le lancette delle ore è il ruolo della politica. 

Sempre la demografia il tema del panel Think Demography, Think Positive!, moderato da Fabio Insenga (Adnkronos), a cui hanno partecipato Elena Donazzan (deputato italiano al Parlamento europeo), Marco Marsili (Istat), Elisabetta Barbi(Università di Roma La Sapienza), Anna Paterno (Università di Bari Aldo Moro) e Daniele Vignoli (Università di Firenze), con una chiave di lettura molto particolare: ma siamo sicuri che l’invecchiamento della popolazione debba essere visto soltanto in un’ottica pessimistica? Dalle risposte degli esperti a quanto pare non è così. 

Il contributo della popolazione della cosiddetta terza o quarta età in termini di occupabilità, invecchiamento attivo, accompagnamento sociale per le nuove famiglie e molto altro potrebbe essere rilevante. 

Marsili ha ricordato la posizione “neutrale” dell’Istat che grazie ad un lavoro avviato ormai da molti anni storicamente segue l’evolversi della popolazione, senza iscriversi né al partito dei pessimisti né a quello degli ottimisti, offrendo una fotografia dettagliata della popolazione che invecchia e prendendo le distanze da definizioni catastrofistiche come la glaciazione, l’inverno demografico, ecc. 

Certo la denatalità caratterizza l’Italia, ma una popolazione che invecchia in buona salute non può essere considerata un elemento socialmente negativo purché si cambi la prospettiva demografica proponendo nuove soluzioni e non dimenticando che la speranza di vita può aumentare soltanto se permangono situazioni favorevoli di stili di vita e di contesto, come supporto assistenziale, strutture sanitarie, stili di vita, prevenzione, ecc.

E soprattutto serve ricordare che per favorire la natalità, tenendo anche conto delle possibilità offerte dai movimenti migratori, bisogna investire soprattutto sulla struttura del mercato del lavoro per favorire le condizioni economiche delle coppie. 

La mattinata si è conclusa con l’intervento di Enrico Letta, che ha presentato in Piazza Borsa il suo libro Molto più di un mercato. Viaggio nella nuova Europa, dialogando con Flavia Fratello (TgLa7). L’ex presidente del Consiglio ha sostenuto le ragioni per riforme che possano orientare il risparmio europeo al finanziamento della just transition: “Lunedì presenterò in plenaria al Parlamento di Strasburgo il Rapporto sul completamento del mercato unico – ha spiegato – e dirò che serve subito una maggiore integrazione finanziaria per mantenere risparmi e investimenti in Europa. Serve un sovranismo europeo – ha aggiunto – e uno strumento europeo di risparmio che dia maggiori certezze. Solo il 17% delle pmi usano il mercato unico europeo, la maggioranza si muove dentro confini fatti di diritti commerciali diversi, nazionali. Serve una semplificazione per far entrare queste imprese nel mercato unico, un diritto commerciale condiviso con un nuovo regolamento”.

Anche Giancarlo Blangiardo (Università di Milano Bicocca, già Presidente Istat). intervistato da Davide Colombo (Istat) nel talk La sfida demografica europea: un futuro che va oltre i confini nazionali ha ricordato come i numeri rappresentati dalla sfida demografica riguardi tutti i Paesi Ue così come l’Italia. L’Italia è però l’unico Paese in Europa che da 14 anni non registra aumento delle nascite da un anno all’altro.

Interessante la chiave di lettura dell’invecchiamento che tiene conto degli anni di vita già vissuti e di quelli futuri che restano in una popolazione intesi però come patrimonio demografico. Guardando ai dati Eurostat sulla durata media di vita per quasi la totalità dei Paesi Ue gli anni da vivere sono inferiori rispetto a quelli vissuti. Per ragionare in termini di anni di futuro occorre evitare Il rischio che si passi da una logica di investimento a una logica di “manutenzione”. La politica in tutti i Paesi europei deve impegnare risorse adeguate per creare le condizioni di valorizzare il patrimonio demografico anche nel mercato del lavoro per un allungamento vita attiva e anche la statistica deve prendere in considerazione indici che si adattino alle nuove fasce di età.

Fondamentale il contributo di una corretta gestione dell’immigrazione che va adeguatamente bilanciata con una politica della natalità. Occorre un bilancio adeguato tra politiche migratorie e politica che supporti i progetti di maternità ora inespressa. Bisogna riconoscere la centralità della demografia con interventi in campo demografico che devono essere privilegiati ponendoli a livello europeo fuori dal Patto di stabilità con scelte di investimento in capitale umano.

L’Istat ha offerto in questo campo un contributo conoscitivo importante che da qualche anno comincia a lasciare il segno. 

Il crescente legame tra cambiamento climatico, energia e risorse è stato al centro dell’incontro, moderato da Simona Falasca (Green Me), La tempesta perfetta. Monica Frassoni (European Alliance to Save Energy) e Roberta Quadrelli (International Energy Agency), si sono soffermate sull’importanza di raccogliere dati sui sistemi energetici nazionali e della creazione di database globali, Carlo Buontempo (Copernicus), ha evidenziato come la raccolta e l’utilizzo di dati satellitari può aiutarci a capire meglio le tendenze climatiche globali. Donatella Vignani (Istat), ha ricordato che nell’ultima Conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici di Dubai (2023) è stata confermata la soglia obiettivo per limitare a +1,5°C l’aumento della temperatura media globale rispetto all’era pre-industriale (definita nell’Accordo di Parigi 2015). Le aree urbane (hotspot climatici), sono colpite in modo rilevante dagli effetti negativi dei CC. Nel 2022, rispetto al periodo 2006-2015, fra le città sono in netta crescita Giorni estivi e Notti tropicali in media 136 e 58 (+19 giorni e +20 notti) e Giorni senza pioggia che salgono a quota 299 (+18). 

La terza giornata di StatisticAll si concluderà, in Piazza Borsa, con l’evento, moderato da Marzia Roncacci (Tg2), Giacomo Matteotti. i numeri e la democrazia. L’attualità del suo pensiero a cento anni dalla morte, che vede la partecipazione di Francesco Maria Chelli (Presidente Istat), Stefano Caretti (Fondazione di studi storici “Filippo Turati) e Alberto Aghemo(Fondazione Giacomo Matteotti). L’incontro traccia i tratti salienti della personalità e della testimonianza politica del giurista socialista, l’interesse per i numeri di Matteotti ma anche il suo impegno per la diffusione di un’istruzione come strumento di emancipazione civile degli italiani. 

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