Affrontare le fragilità grazie ad un approccio innovativo basato sul metaverso: ecco il corso del Politecnico di Torino
Rientra nell’ambito del corso “Realtà virtuale e fragilità” e punta promuovere l’empatia e la sensibilità verso le diverse fragilità presenti nella società attraverso un approccio innovativo.
Si tratta della sperimentazione avviata al Politecnico di Torino, dove Anna Osello, docente al Dipartimento di Ingegneria Strutturale, Edile e Geotecnica-DISEG, e Umberto Manera, ricercatore all’Università degli Studi di Torino, nell’ambito del corso curriculare Grandi sfide – Salute hanno promosso l’insegnamento con strumenti capaci di simulare i risultati previsti in una realtà alternativa, virtuale e immersiva.
L’utilizzo del metaverso al Politecnico per affrontare le fragilità
I partecipanti al corso, mediante l’uso di appositi visori, hanno affrontato la modellazione digitale nel Metaverso.
E lo hanno fatto con riferimento alle fragilità degli individui, tema centrale del corso, che grazie alla sinergia tra discipline diverse – ingegneristiche e umanistiche – esplora le potenzialità degli strumenti digitali nel progettare spazi condivisi e interconnessi in cui gli utenti possano interagire tramite propri avatar.
Dalle lezioni agli appelli d’esame, l’intero insegnamento si è svolto nel Metaverso con i docenti e i collaboratori presenti anch’essi nella realtà virtuale modellata dai partecipanti.
Nello specifico, si è iniziato con la fotografia di una baita di montagna nella Valle Cervo – caso studio del progetto PNRR NODES. Ognuno dei 23 gruppi multidisciplinari ha poi modellato lo spazio virtuale secondo le esigenze proprie delle persone affetta dalla patologia identificata.
Insomma, un corso per formare ingegneri a tutto tondo, capaci di progettare gli spazi pubblici con precisione e al contempo di tutelare quelle fragilità – di qualsiasi tipo esse siano – che esistono all’interno della nostra società.