Gli utenti italiani della rete si sono tenuti un po’ a distanza e solo negli ultimi giorni hanno scoperto la “febbre da referendum scozzese”. Le interazioni online suscitate dalla consultazione popolare sull’indipendenza della Scozia infatti hanno registrato un’impennata nel nostro Paese solo negli ultimi giorni, quando media e opinione pubblica hanno acceso i riflettori su un avvenimento che alla fine ha lasciato inalterato lo stato delle cose. In pochi giorni più di 20mila messaggi pubblicati tra Twitter, Facebook e blog vari a commento del referendum, a fronte dell’autentico diluvio di opinioni che negli ultimi due mesi hanno invece monopolizzato il web britannico con oltre dieci milioni di interazioni su Facebook e più di due milioni di post pubblicati su Twitter in lingua inglese relativamente agli ultimi giorni. In Italia la grande maggioranza di chi è intervenuto in rete (60,7%) in qualche modo lo ha fatto per simpatizzare con l’iniziativa referendaria, per autentica condivisione dei contenuti o anche per semplice avversione all’idea stessa di Europa. Da registrare anche i dati degli italiani che hanno seguito in rete la vicenda scozzese direttamente dal Regno Unito. Ancora più chiara in questo caso la percentuale (66,3%) di chi ha deciso di stare dalla parte degli indipendentisti, a differenza dei sondaggi sulle opinioni espresse dai diretti interessati, gli scozzesi appunto, che in genere si sono quasi sempre divisi a metà. Negli ultimi giorni numerosi tweet analizzati e localizzati proprio in Scozia hanno però registrato opinioni favorevoli al “si” al di sotto del 50%, segnalando in qualche modo il sentiment generale che ha portato poi al risultato finale contrario all’indipendenza della Scozia.