Pagine aziendali sui social media, si parte…ma come organizzarne la gestione? Affidare il compito al personale interno che già cura la comunicazione e l’ufficio stampa o ricorrere a specialisti esterni? In realtà per le aziende che svolgono servizi pubblici locali la decisione è già contenuta nel documento di Social Media Policy interna: le tante sfaccettature dei servizi offerti, come per altri strumenti di comunicazione come ad esempio il classico Numero Verde, rimandano necessariamente a chi vive la realtà aziendale dall’interno, potendo contare su correzioni e azioni di miglioramento che possono viaggiare molto veloci rispetto a ricevere output da professionisti esterni. Però la specificità degli strumenti di “account” richiede una formazione intensa e particolare: ecco quindi che la soluzione può essere intermedia, con una fase iniziale di affiancamento formativo per poi lasciare le “chiavi” del mezzo al solo personale interno. Che dovrà poi continuare i processi di formazione permanente, ma avendo ormai la padronanza per gestire i nuovi account aziendali nel massimo rispetto della Social Media Policy.
Nella fase formativa iniziale, con relativo affiancamento da parte di professionisti degli strumenti social, sarà importante non solo prendere pratica con linguaggi e tecniche legate ai social media, ma sarà importante anche definire la propria posizione iniziale in termini di visibilità. Misurare – monitorando e analizzando le aree più importanti – la presenza dell’azienda nei diversi canali utilizzati ( siti web, testate on line, siti istituzionali, siti aziendali, blog, aggregatori, forum, social media) può essere fatto con precisi strumenti metodologici. Su questo aspetto molto specifico vale la pena investire necessariamente all’esterno.
Quali gli obiettivi da perseguire? Fondamentali saranno l’indice di visibilità generale sul web; l’indice di visibilità qualitativo (per verificare sin dalla partenza dove la visibilità è positiva, dove neutra e dove negativa); la mappatura degli argomenti ( da negativi a positivi); gli assi valoriali che strutturano il profilo; la mappatura dei nostri stakeholders, cioè di coloro che influenzano la posizione per tipologia e rilevanza.
Si tratta quindi di dotarsi di strumenti indispensabili per sapere da dove partiamo, quali gli aspetti di forza e quali di debolezza. Ma poi è importante mantenere nel tempo questi “cruscotti” informativi, che diventano automaticamente la “customer” degli strumenti 2.0 che utilizziamo.