I carburanti sostenibili tra impegno dell’UE e mercato in rapida crescita
Con l’Accordo di Parigi, siglato nel 2015, 196 Paesi si sono impegnati a combattere il cambiamento climatico evitando che le temperature globali aumentino di oltre 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali entro il 2050 e raggiungendo il Net Zero, ossia la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra il più vicino possibile allo zero, con il riassorbimento delle emissioni rimanenti dall’atmosfera, dagli oceani e dalle foreste.
Nel lungo cammino verso il raggiungimento di questi obiettivi, sia a livello europeo che globale, sono molteplici i problemi e le conseguenti soluzioni che i governi e le aziende stanno adottando per abbassare le emissioni e compensare quelle indispensabili, come nel caso di Apple, di cui abbiamo parlato in questo articolo.
Tra queste, particolare rilevanza ha assunto negli ultimi anni il tema della mobilità sostenibile, che oltre a ridurre gli impatti sociali ed economici come la congestione stradale, l’incidentalità e i costi degli spostamenti, può avere grandi impatti postivi anche sull’inquinamento atmosferico.
In quest’ottica, il comparto dei carburanti sostenibili assume una centralità mai avuta prima.
Ma cosa sono i carburanti sostenibili?
Ad oggi i carburanti sostenibili che stanno trovano applicazione nel mercato sono principalmente due: i bio carburanti e i c.d. eFuel.
I primi, i bio carburanti, sono prodotti dalla biomassa, ossia da materia prima, consistente in materiali organici come mais, canna da zucchero, oli vegetali e anche rifiuti agricoli. La biomassa selezionata subisce una serie di trattamenti e conversioni per estrarre i componenti energetici utili, come gli zuccheri o gli oli.
Una volta estratti, questi componenti passano attraverso vari processi di raffinazione per ottenere il prodotto finale: il bio carburante. Questi processi possono includere fermentazione, distillazione e altre tecniche chimiche, tutte progettate per massimizzare l’efficienza energetica del prodotto finito.
Gli eFuel, invece, sono combustibili sintetici, liquidi o gassosi, prodotti attraverso processi che utilizzano l’energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili. La loro produzione avviene mediante la scissione dell’acqua in idrogeno e ossigeno e la successiva combinazione dell’idrogeno ricavato da tale processo con l’anidride carbonica catturata dall’atmosfera.
Questo procedimento prevede emissioni di CO2 neutre nel caso in cui per alimentarlo si utilizzi energia elettrica rinnovabile. L’anidride carbonica emessa nell’aria dai veicoli alimentati da eFuel sarebbe di fatto compensata da quella prelevata dall’aria per la realizzazione del carburante.
L’impegno dell’UE per i carburanti sostenibili in aviazione
Per centrare gli obiettivi del 2050, nel mese di settembre il Parlamento Europeo ha approvato le nuove norme RefuelEU sui carburanti sostenibili per l’aviazione, che fanno parte del pacchetto “Fit for 55 – Pronti per il 55%”, il piano dell’UE per ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990 e per garantire che l’UE diventi neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050.
L’obiettivo è incoraggiare il settore dell’aviazione a utilizzare carburanti sostenibili per ridurre le emissioni attraverso una tempistica ambiziosa che obbligherà gli aeroporti e i fornitori di carburante dell’UE a garantire che, a partire dal 2025, almeno il 2% dei carburanti sia ecologico. Tale quota aumenterà ogni cinque anni: 6% nel 2030, 20% nel 2035, 34% nel 2040, 42% nel 2045 e 70% nel 2050.
Secondo le nuove norme, tra i “carburanti sostenibili per l’aviazione” sono da includere i carburanti sintetici, alcuni biocarburanti prodotti da residui agricoli o forestali, alghe, rifiuti organici, olio da cucina usato o alcuni grassi animali. Sono considerati “verdi” anche i carburanti per aerei riciclati prodotti dai gas di scarico e dai rifiuti di plastica e l’idrogeno rinnovabile.
Mercato in rapida crescita nonostante i colli di bottiglia
Il ruolo centrale che i carburanti sostenibili giocheranno nei prossimi anni si percepisce già solo per la direzione che tutti i mercati stanno prendendo verso la sostenibilità. Ad avvalorare la tesi è intervenuto, però, anche il recente studio “How traders can capture value in sustainable fuels” realizzato dalla società di consulenza McKinsey, secondo il quale, data la capacità del carburante sostenibile di colmare le lacune nella decarbonizzazione e integrare l’elettrificazione, la domanda triplicherà nei prossimi 20 anni, raggiungendo circa 600 milioni di tonnellate entro il 2050.
Al tempo stesso lo studio evidenzia come la complessità delle normative e i vincoli fisici sulle materie prime abbiano portato alla volatilità dei prezzi e ad una serie di altri colli di bottiglia che comportano la necessità, per chi opera nel settore dei carburanti sostenibili, di capire quali mercati aumenteranno in liquidità, in quali hub di stoccaggio investire e quali derivati assicurarsi per ottenere l’accesso alla fornitura.
Da ultimo, stando allo studio della società di consulenza McKinsey, i biocarburanti rappresentano la stragrande maggioranza del mercato attuale, ma i carburanti sostenibili e gli eFuel cresceranno nei prossimi anni con un ritmo non lineare: matureranno a ritmi diversi e i loro usi specifici potrebbero sostituire i combustibili fossi a ritmi diversi.