Se è vero che i social hanno ormai velocizzato al massimo i tempi della comunicazione, rendendo partecipe il mondo di ogni evento a livello praticamente planetario, è anche vero che purtroppo ormai da tempo la rete stessa ci testimonia con freddezza gli scenari più spietati sui fronti di guerra. Da qualche settimana infatti Facebook e Twitter sono purtroppo diventati teatro virtuale del tremendo conflitto che è esploso per l’ennesima volta in tutta la sua violenza in Medio Oriente. Anzi, le parti stesse sono ben consapevoli della valenza mediatica e persino strategica di questo tipo di comunicazione, tanto che è evidente in questo caso l’attenzione e la preparazione che sia Israele che Hamas hanno dedicato alla faccenda. Israele in particolare ha assunto per l’operazione social media uno staff di professionisti del settore che hanno organizzato contenuti su un blog ufficiale e su piattaforme come Twitter, Facebook, YouTube e Google+, raggiungendo oltre 348mila follower in particolare sull’account Twitter. Su quest’ultima piattaforma anche Hamas ha curato maggiormente la propria presenza, con 68mila follower sull’account e un impegno costante sia della parte politica che di quella più strettamente militare. Significativo notare come l’approccio da parte di entrambi ha cercato proprio di utilizzare al meglio questi mezzi di comunicazione, evitando gli eccessi e utilizzando anche una certa moderazione come dimostrano alcuni interventi operati sugli utenti. Gli occhi del mondo comunque sono sempre più puntati su quanto sta succedendo a Gaza, e non potrebbe essere altrimenti. Gli oltre 300mila tweet registrati solamente nel giorno in cui il conflitto è iniziato stanno a testimoniarlo, la speranza è che l’attenzione successiva serva comunque a mantenere sempre la guardia molto alta su una tragedia che sta colpendo ancora una volta una parte del mondo, e che i social media stanno documentando. Perché le armi possano tacere subito e tutto questo non si ripeta mai più.