Adesso è ufficiale. Il colpo di testa di Godin, aitante difensore uruguagio, è stato ben poca cosa per il calcio italiano nonostante il tremendo impatto sul campo dell’eliminazione prematura dai mondiali in Brasile. Il gioco di prestigio del “palazzo” pallonaro, chiuso a riccio o quasi rispetto alla bufera popolare sollevatasi spontanea dopo le dichiarazioni, ahimè, ormai famose di Carlo Tavecchio, è riuscito alla perfezione. E voilà. Dall’assemblea federale di Roma spunta subito il nome del nuovo Presidente della Federcalcio. All’anagrafe fa Carlo Tavecchio, nato a Ponte Lambro (provincia di Como) il 13 luglio del 1943, dirigente sportivo di “lungo” corso. #notavecchio, #stoptavecchio, #ilcalciochevoglio? Si chiamano hashtag, nel linguaggio dei social network. Rappresentano collettori di opinioni e idee spesso molto più potenti di tanti meeting o sondaggi. Sono il pensiero della gente, che forse mai come in questa occasione aveva espresso chiaro il proprio parere sulla vicenda, utilizzando quasi esclusivamente i nuovi media. Mezzi immediati, efficaci, spesso molto diretti, e in questo caso opportuni. Basta con questo calcio, basta con il “palazzo”, basta con decenni di manovre guidate dai soliti noti. Questo il messaggio ben poco subliminale che arrivava chiaro dalla valanga digitale, e che è subito andato ben al di là dell’episodio spiacevole sul quale lo stesso Tavecchio è “scivolato “ e che comunque ha innescato la spirale. L’occasione giusta insomma, per permettere ai social network di esprimere il proprio verdetto democratico. “No” a Tavecchio per dire “sì” a una svolta finalmente decisa di tutto il movimento calcistico. E il “palazzo” cosa fa? Con l’approssimarsi della data fatidica (11 agosto) comincia quasi subdolamente a serrare le fila. Prime dichiarazioni ambigue, posizioni poco chiare, il fronte del potere che torna a compattarsi. Ovvero tiriamo su il ponte levatoio e chiudiamoci nel nostro bel castello medievale. Al diavolo hashtag e plebaglia varia! Qualche scaramuccia, l’immancabile liturgia dei quorum e delle maggioranze più o meno stabili (ci mancavano solo le convergenze parallele … ), e il gioco è fatto. Di prestigio, naturalmente. Quando la morsa del caldo si fa meno opprimente (ma non si dovrebbe essere più lucidi?) ecco il pollice all’insù. Udite udite, sudditi del pallone e non. Carlo Tavecchio, da Ponte Lambro (Como), è il nuovo Presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio. Naturalmente nel segno del rinnovamento e “senza compromessi”. Non resta che tirare giù piano quel ponte levatoio e tornare tra la gente. Capiranno? Mah, certo è che sui social la gente un suo parere l’aveva già espresso, e non solo sul network. Chiaro, forte, diretto. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Non resta che riprovare, magari con un altro hashtag. #NOAQUESTOCALCIO!