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In moto da Siena all’Africa per aiutare i bambini nel deserto

In moto da Siena al deserto del Marocco per consegnare nelle mani della popolazione locale una raccolta di fondi che servirà per dotare il villaggio di un pannello solare o di una pompa per estrarre acqua dai pozzi. Un’avventura documentata passo passo sui social e internet. Questo è il #progettofolle01 di Antonio Cinotti, social media manager senese, che incontriamo mentre sta mettendo a punto gli ultimi dettagli in vista della partenza in programma tra il 15 e il 20 settembre prossimo.

Prima di tutto che cos’è #progettofolle01?

E’ un modo inconsueto per festeggiare il mio quarantesimo compleanno, che nasce da una mia certa passione per le cose difficili da realizzare. Un viaggio di una quindicina di giorni in moto dopo la metà di settembre con Francesca, mia moglie, fino alla parte più desertica del Marocco per consegnare il frutto di una raccolta di fondi che ho organizzato per il mio compleanno al posto di chiedere il classico regalo agli amici. Dobbiamo decidere, in funzione dell’esigenza di un nucleo seminomade berbero che vive nel deserto nei pressi di Hassilabied, se finanziare l’acquisto di un pannello solare o di una pompa per estrarre l’acqua dai pozzi. Il tutto nasce per dare visibilità ad una ONLUS italiana, Bambini nel Deserto, che da 14 anni è attiva nel campo della cooperazione internazionale in ACP_8425Africa e non solo. Utilizzando quasi interamente le risorse raccolte per finanziare progetti sul territorio e non per pubblicità, la visibilità del loro lavoro è al momento molto minore di quello che meriterebbero. Luca Iotti, il fondatore della ONLUS che ho conosciuto di persona qualche mese fa, mi ha permesso di dare loro una mano per provare ad aumentare la visibilità della loro attività.

Come nasce questa idea?

Mi è sempre piaciuto “complicarmi la vita” fin da giovane, militare come ufficiale dei parà a Livorno invece di cercare la raccomandazione giusta per saltarlo come allora facevano in molti, lavoro da libero professionista invece che accettare un buon posto da dipendente ecc… Arrivato alla soglia dei 40 anni, che tutti mi dicono essere un traguardo molto importante, ho deciso di continuare su questa strada! L’idea è quella di sfruttare le mie conoscenze lavorative per creare un po’ di risonanza attorno a questo viaggio e devo dire che la risposta è stata già ottima, moltissime aziende ci daranno una mano: KTM Italia, Nikon Italia, Garmin Italia, Banca CRAS, Perla Pneumatici per dire le prime che mi vengono in mente e non solo. I miei amici poi mi hanno sorpreso superando, con la raccolta, ogni più rosea previsione. Il fatto che sia un Progetto “Folle” è dato anche dal fatto che solo pochi mesi fa le due ernie del disco che ho la fortuna di ospitare avevano in pratica reso impossibile salire in moto. Da mesi ormai con la mia fisioterapista/osteopata Silvia Gori abbiamo intrapreso un percorso che mi ha portato a fare un migliaio di km in moto la settimana scorsa senza problemi. Certo, si parla di farne almeno 3500 in due settimane ma il concetto è lo stesso!

Qual è il ruolo e a cosa servono i Social Network in un progetto del genere?

I Social, che sono il mio “pane quotidiano”, sono alla base della comunicazione che ho in mente. Non tutti sanno che anche nel deserto marocchino c’è campo.. 3G! Nel deserto il telefono è vita, se ho campo dati posso condividere la mia posizione, consultare Google Maps ecc… diminuendo le possibilità di perdersi e riducendo i costi per il recupero chi ha problemi. Sembra strano che in un paese del continente africano siano così lungimiranti ma è così… Per questo documenteremo tutto il viaggio via Twitter, Instagram, Tumblr, Flickr ed ovviamente Facebook parlando potenzialmente.. a tutto il mondo! Instagramers Italia sarà Social Media partner nell’iniziativa, sono il responsabile di Siena degli Instagramers e sono molto attivo su questo SM. Avere spazio sul blog del sito www.instagramersitalia.it darà ancora più visibilità al viaggio e quindi alla ONLUS. Avevo pensato di fare una fanpage su facebook ma preferisco di no, vedo moltissime pagine che vivono solo per la lunghezza di un evento e poi restano abbandonate e non mi piace per niente.. Condividerò pubblicamente dal mio account  foto e quant’altro e magari la ONLUS rilancerà dalla sua pagina alcune immagini e testi.ACP_8284

Terrai un diario di viaggio social?

L’idea è di scrivere su Tumblr (un blog online gratuito) giornalmente, condividere foto su Instagram e Flickr e ricondividere il tutto da Twitter e Facebook, in modo tale da coprire i principali Social. Grazie a Spot Connect, un gps portatile molto evoluto, dovremmo poi poter condividere online il percorso. Dico dovremmo perchè sto attualmente cercando di scoprire come usarlo al meglio ottimizzando l’uso delle batterie. Essere in moto per alcune cose limita spazi e prese da cui attingere corrente!

Colpisce il fatto che si tratta di un viaggio in solitaria che con i social diventa invece un’esperienza comune…

E’ la cosa che mi piace di più dei Social, volendo non sei mai solo durante al giornata, da quando corri e le app permettono di interagire con te, a quando la sera a fine giornata scherzi con amici dall’altra parte del mondo! A chi dice che i Social sono il male assoluto rispondo sempre che siamo noi che condividiamo, non c’è nessuno che ci obbliga a farlo, io scrivo e pubblico tantissimo, ma quello che è privato per me resta privato. Una cosa che non mi aspettavo è poi che grazie ai social ed al fatto di avere iniziato a parlare di questa avventura potrebbero aggregarsi anche altri due amici motociclisti che hanno letto del #progettofolle01.

 

Twitter @AntonioCinotti

Instagram instagram.com/antoncino

Facebook: fb.me/BambininelDeserto

Tumblr: http://antoncino.tumblr.com/

Flickr : www.flickr.com/antoncino

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