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L’accordo tra OpenAI e Condé Nast per l’accesso ai contenuti di Vogue, The New Yorker, Wired e altri

OpenAI Condé Nast

Ricerca di informazioni più veloce e intuitiva: ecco la partnership tra OpenAI e Condé Nast che cambia il mondo dell’informazione

Far si che “l’IA svolga un ruolo più importante nella scoperta e nella consegna delle notizie, mantenga l’accuratezza, l’integrità e il rispetto per i rapporti di qualità“.

Questo l’obiettivo dichiarato da Brad Lightcap, COO di OpenAI, che appena qualche giorno fa ha annunciato una nuova partnership con Condé Nast, la casa editrice statunitense che pubblica alcune delle riviste più note a livello mondiale. 

L’accordo con Condé Nast prevede che i prodotti di OpenAI, tra cui ChatGPT e SearchGPT, avranno accesso ai contenuti di Vogue, The New Yorker, Condé Nast Traveler, GQ, Architectural Digest, Vanity Fair, Wired, Bon Appétit e altri media del gruppo, per sfruttare le informazioni nella generazione automatica di risposte e contenuti.

Con l’introduzione del nostro prototipo SearchGPT, stiamo testando nuove funzionalità di ricerca che rendono la ricerca di informazioni e fonti di contenuti affidabili più veloce e intuitiva. Stiamo combinando i nostri modelli di conversazione con informazioni dal web per darti risposte rapide e tempestive con fonti chiare e pertinenti”.

La partnership tra OpenAI e Condé Nast cambia il mondo dell’informazione

L’accordo tra OpenAI e Condé Nast non è il primo di questo genere. La casa editrice statunitense si unisce infatti a un elenco crescente di editori che hanno intrapreso collaborazioni strategiche con l’azienda leader nel settore dell’AI. Tra queste Associated Press, Axel Springer, The Atlantic, Dotdash Meredith, Financial Times, LeMonde, NewsCorp, Prisa Media, TIME, Vox Media e altri. E, per l’Italia, anche RCS MediaGroup.

Al centro delle partnership il motore di ricerca che mira a mettere in discussione il dominio incontrastato di Google, SearchGPT, per ora ancora in fase prototipale e in accesso limitato. Grazie all’accesso ai grandi archivi di testo di proprietà degli editori OpenAI è infatti in grado di addestrare grandi modelli linguistici come ChatGPT e trovare informazioni in tempo reale.

A beneficiarne, ovviamente, anche le case editrici, messe negli ultimi anni in crisi proprio dalle grandi aziende tecnologiche. In effetti, in una mail ai dipendenti, il CEO di Condé Nast, Roger Lynch, ha affermato che l’accordo compenserà parte dei ricavi che le aziende tecnologiche hanno strappato agli editori negli ultimi anni. «L’intelligenza artificiale generativa sta cambiando rapidamente il modo in cui il pubblico scopre le informazioni. È fondamentale che incontriamo il pubblico dove è in grado di abbracciare le nuove tecnologie, garantendo al contempo la corretta attribuzione e compensazione per l’uso della nostra proprietà intellettuale».

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