L’annuale classifica che PWC Strategy dedica alle aziende che più di tutte investono a livello planetario in ricerca e sviluppo conferma che sono l’high tech (Samsung su tutti ), l’automotive ( con Ford, Toyota e Honda in prima fila) e il mondo farmaceutico con particolare riguardo all’healthcare (tutti i principali colossi di Big Pharma sono presenti) i settori trainanti.
E’ evidente che nei prodotti di queste aziende è insita l’innovazione come qualità che fa propendere il cliente per l’acquisto e soprattutto il riacquisto in sostituzione; lo stesso si verifica seppur in modo diverso- cioè con strategie completamente diverse se non opposte rispetto a qualche anno fa – nelle aziende high tech legate alla produzione di computing, software, internet, elettronica di consumo. Infatti qui si nota come Microsoft sia molto più decisa nell’investire in R&D, distanziando Apple e Google come quota destinata (oltre 10 miliardi di dollari da parte della casa di Redmond nel 2014 contro gli 8 miliardi della società di Mountain View ed i 4,5 miliardi di dollari investiti a Cupertino). Ma la vera novità di Microsoft è per fare che cosa: infatti il fortissimo incremento di budget destinato alla ricerca ha l’obiettivo di adottare linguaggi “open source” per i propri prodotti chiave, col fine di rendere universali a tutti gli ambienti operativi le applicazioni Microsoft. La “società delle finestre”, che ha sempre postulato la sua crescita su sistemi chiusi (o sei con me o sei contro di me, senza mezze misure), con architetture software complesse e blindate, sembra adesso capovolgere il proprio credo, adattandosi a linguaggi comuni.
Si spalancheranno davvero quelle finestre azzurrine?