Sui nuovi iPhone16 è arrivata Apple Intelligence, ma solo per gli utenti di lingua inglese: quando potremo utilizzarla anche in Italia?
Sono stati presentati pochi giorni fa i nuovi smartphone targati Apple, che saranno disponibili a partire da dopodomani e che portano con sé interessanti novità. Tra queste, a far la parte del leone è la nuova funzionalità sviluppata da Cupertino, Apple Intelligence, che rappresenta la punta di diamante del più recente sistema operativo, iOS 18, rilasciato appena due giorni fa.
L’AI di Apple si integra nell’ecosistema e nelle singole applicazioni permettendo una varietà di azioni di automazione e di generazione di contenuti: dalla scrittura e riscrittura di testi al confezionamento di clip video, dalla creazione di emoji alla ricerca tra le immagini fotografiche, passando per funzioni intelligenti nelle e-mail e nelle notifiche.
Apple Intelligence non arriverà in Italia
Probabilmente però, gli utenti Apple al di fuori degli Stati Uniti che intendevano acquistare i nuovi iPhone per entrare, per la prima volta, nel mondo dell’AI applicata agli smartphone rimarranno delusi o, quantomeno, dovranno attendere ancora un po’.
Al momento, infatti, l’azienda di Cupertino ha reso disponibile Apple Intelligence esclusivamente in lingua inglese, annunciando per dicembre l’estensione alle specificità regionali della lingua inglese – quindi Australia, Canada, Nuova Zelanda, Sud Africa e Regno Unito – e, per il 2025, il rilascio per altre lingue, il francese, lo spagnolo, il cinese e il giapponese.
Ma attenzione: il fatto che Apple Intelligence potrà essere utilizzato, nel 2025, in francese e in spagnolo non significa che potrà essere utilizzato in Francia o in Spagna. Significa, piuttosto, che gli utenti dei Paesi sopra citati potranno utilizzare l’AI anche nelle 4 lingue diverse dall’inglese.
La motivazione è di facile intuizione: il francese è la seconda lingua ufficiale del Canada mentre lo spagnolo è molto diffuso negli Stati Uniti per via del confine con il Messico.
Le cause del mancato arrivo in Europa risiedono, principalmente, nel Digital Markets Act che impone ai gatekeeper di favorire la portabilità dei dati e la compatibilità tra sistemi e piattaforme di aziende diverse, che ad oggi Apple sembra non garantire.
Inoltre, c’è anche la questione relativa al trattamento dei dati personali, per cui Apple Intelligence, per funzionare correttamente, deve pescare dai dati personali. L’azienda sostiene comunque di aver elevato, con Apple Intelligence, le caratteristiche di sicurezza e privacy di iOS, facendo in modo che i processi di AI si appoggino a un cloud privato quando le risorse di computazione disponibili sullo smartphone non sono sufficienti.
Insomma, l’attesa per Apple Intelligence nel Vecchio Continente sembra essere ancora tanta.