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ChatGPT Strawberry, nel giro di due settimane il rilascio del nuovo modello di OpenAI

ChatGPT Strawberry

Non solo rispondere ma anche “pensare”: ChatGPT Strawberry è in arrivo nel giro di due settimane. Ecco cosa cambia per gli utenti.

Pochi mesi fa, a luglio, un report esclusivo di Reuters rendeva noto come OpenAI stesse lavorando ad un nuovo modello della sua intelligenza artificiale che prometteva di rivoluzionare il mercato. Sono passati alcune settimane e tutto sembra predire il lancio a breve.

Stando alle recenti informazioni di ieri sembra infatti che Strawberry sarà rilasciato nelle prossime due settimane.

Con il nome in codice “Strawberry”, sembra che la nuova AI abbia fatto un decisivo passo in avanti nelle capacità di ragionamento. A differenza degli attuali modelli che lavorano per generare testo e rispondere a query basate sulle conoscenze esistenti, Strawberry mira infatti a pianificare in anticipo e gestire attività complesse in modo autonomo. 

Il modello, denominato originariamente come “Q*”, sarebbe in grado di rispondere a domande difficili di scienza e matematica fuori dalla portata dei modelli oggi disponibili in commercio. Secondo una fonte informata OpenAI ha testato l’AI internamente: il risultato è di oltre il 90% su un set di dati MATH, un punto di riferimento dei problemi matematici.

Cosa cambia per gli utenti con ChatGPT Strawberry?

L’apporto di Strawberry alle già potenti interazioni che si possono avere con l’AI sembra quello di risolvere le problematiche che ad oggi si hanno con la risoluzione di problemi complessi e multi-step che richiedono un ragionamento profondo. 

La tecnologia è infatti progettata per eseguire ciò che OpenAI definisce “ricerca approfondita”, consentendo potenzialmente al modello di navigare su internet in modo autonomo per raccogliere e sintetizzare informazioni. Ciò significa che le future versioni di ChatGPT basate su Strawberry saranno in grado di fornire risposte più accurate, ben studiate e logicamente valide alle query degli utenti, riducendo il rischio di “allucinazioni”.

Insomma, un nuovo approccio all’AI, in cui la stessa è capace di “pensare” piuttosto che rispondere immediatamente a una domanda. 

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