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Migranti e social, il viaggio della speranza di Bereket su Facebook

Una pagina Facebook per seguire il viaggio “della vita” di un ragazzo eritreo, un diario sui social per sensibilizzare tutti verso l’odissea dei migranti. E’ questa l’iniziativa voluta da “Save The Children”, la più grande organizzazione internazionale indipendente per la difesa e la promozione dei diritti dei bambini. Bereket, questo il nome ipotetico del ragazzo, può essere immaginato come un quindicenne partito dall’Eritrea per ricostruirsi una vita e in viaggio verso la Germania, e sarà il protagonista di un “profile fake” (www.facebook.com/ilviaggiodibereket) dedicato appunto alla sua storia. Senza soldi e documenti, utilizzando solo mezzi di fortuna, si potrà seguire Bereket raccontare al mondo la sua vita e il suo viaggio giorno per giorno, un vero e proprio diario su cui annotare ogni momento di questa avventura così importante. E’ uno dei modi scelto da “Save The Children” per raccontare la condizione sopportata in particolare dai tantissimi minori migranti e le difficoltà estreme sopportate durante i lunghi viaggi. Particolarmente grave questo dato, visto che dei bambini siriani sbarcati in Italia nei primi cinque mesi di quest’anno (circa 1.500 su un totale di poco più di duemila) l’età media è di soli cinque anni. Arrivi dalla Siria che si sono aggiunti agli altri già in continuo aumento. Più di 58mila migranti dal 1° gennaio a metà giugno, secondo quanto rilevato da “Save The Children”, di cui oltre novemila minori. Una costante peraltro segnalata ormai con inquietante regolarità negli arrivi registrati quest’anno. L’organizzazione internazionale fondata in Inghilterra ha così affidato al mondo dei social un compito importante, proseguire la capillare opera di sensibilizzazione condividendo l’esperienza di chi lascia tutto dietro di sé per trovare una vita nuova. Così grazie a Facebook, Bereket e forse tutti quelli come lui saranno un po’ meno soli, e magari presto qualcuno ci racconterà davvero di un sogno che finalmente è diventato realtà.

Antonio Lionetti

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