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Con l’IA la pubblica amministrazione può migliorare l’informazione?

Nel mondo iperconnesso di oggi, la pubblica amministrazione si trova ad affrontare la sfida costante di gestire le informazioni e la comunicazione con il pubblico. Insieme soprattutto al tipo di contenuti da veicolare al suo target principali: i cittadini.

La PA ha sempre cercato di emergere attraverso gli organi di informazione con contenuti positivi e una narrazione semplice dell’attività amministrativa. Ovvero quella che viene definita “la buona amministrazione“, affogata spesso da una narrazione che insegue le logiche mediali volte a creare stupore e un’alta notiziabilità.

Come può, allora, la narrazione di una positiva PA imporsi sulla media logic?

Il newsmaking nella pubblica amministrazione

Il newsmaking, inteso come il processo di creazione e diffusione di notizie, assume un ruolo cruciale in questo scenario. Non si tratta solo di informare i cittadini, ma anche di plasmare la percezione pubblica e gestire la reputazione delle istituzioni.

Per fare in modo che un fatto diventi notizia bisogna lavorare tanto in sinergia con gli organi di informazione, per questo motivo nel tempo la PA ha puntato molto sugli uffici stampa e figure dedicate a questo ruolo.

Per non uscire sui giornali e sui siti di informazione solo attraverso le bad news, gli enti pubblici possono informare il pubblico su leggi, politiche, programmi e servizi. Nonché su nuove opportunità per i cittadini, promozione dell’innovazione e narrazione di valori volti alla creazione di una comunità sociale. I fini che dovrebbero guidare una PA a comunicare e informare hanno alle spalle anni di studio, ma si possono racchiudere, per semplificare, nei tre pilastri dell’open government: trasparenza, collaborazione, partecipazione.

Il newsmaking nella PA alla prova del digitale

L’avvento delle tecnologie digitali ha trasformato il newsmaking nella pubblica amministrazione. I social media, i blog, i podcast e altre forme di comunicazione online hanno offerto alla PA nuovi canali per raggiungere e coinvolgere il pubblico, innescando quella che gli studiosi definiscono disintermediazione. Ovvero il processo di eliminazione di un intermediario, che nel caso della politica e delle istituzioni sono propri i mass media.

Questi strumenti digitali hanno permesso una comunicazione più rapida e diretta, ma richiedono anche una gestione attenta e strategica per evitare la diffusione di informazioni errate o fuorvianti.

Nonostante il suo ruolo cruciale, il newsmaking nella pubblica amministrazione presenta delle sfide significative, in particolare con le dinamiche digitali che hanno rivoluzionato il mondo dell’informazione. La più evidente è la necessità proprio di gestire la circolazione di false notizie che possono minacciare la credibilità dell’istituzione. Un’attenta attività di ascolto della rete è ormai diventata un’azione necessaria da svolgere in sinergia con i media stessi, soprattutto quando in gioco c’è la sicurezza pubblica.

E ora con l’intelligenza artificiale?

L’integrazione dell’Intelligenza Artificiale nel newsmaking rappresenta una svolta significativa per la pubblica amministrazione, con la promessa di rivoluzionare il modo in cui le informazioni vengono gestite e diffuse.

L’introduzione dell’IA nel newsmaking permette, già da ora, una gestione più efficiente delle informazioni, consentendo di analizzare grandi quantità di dati e di generare report e comunicati in modo più rapido e accurato. L’IA può anche personalizzare la comunicazione in base ai bisogni specifici dei cittadini, migliorando l’interazione tra la PA e il pubblico.

Per scendere nel dettaglio, tre possono essere le opportunità:

  1. Miglior efficienza: l’IA può automatizzare la raccolta e l’analisi di dati, riducendo il carico di lavoro e migliorando la velocità di reazione a eventi e situazioni in evoluzione.
  2. Personalizzazione e targeting: utilizzando algoritmi di apprendimento automatico, è possibile personalizzare le notizie e le informazioni per diversi segmenti della popolazione, aumentando l’efficacia della comunicazione.
  3. Previsione e analisi: l’IA può aiutare a prevedere tendenze e pattern, offrendo ai decisori pubblici strumenti più potenti per anticipare e rispondere a problemi e situazioni emergenti.

Tre, invece, sono le sfide da considerare:

  1. Etica e privacy: l’uso dell’IA solleva questioni etiche, soprattutto in relazione alla privacy dei dati. È fondamentale garantire che l’uso dell’IA rispetti le normative sulla privacy e non violi i diritti dei cittadini.
  2. Affidabilità e bias: esiste il rischio che l’IA possa accentuare bias preesistenti nei dati, portando a comunicazioni distorte.
  3. Complessità e interpretazione: la complessità delle analisi effettuate dall’IA può essere una sfida, specialmente nella traduzione dei risultati in informazioni comprensibili per il pubblico generale.

L’introduzione dell’IA nel newsmaking della pubblica amministrazione offre, dunque, notevoli opportunità per migliorare l’efficienza e l’efficacia della comunicazione pubblica. Tuttavia, è cruciale affrontare le sfide etiche, di privacy e di bias per garantire che l’uso dell’IA sia responsabile e rispettoso dei diritti dei cittadini. L’adozione dell’IA nel newsmaking rappresenta un importante passo avanti per la pubblica amministrazione, ma deve essere gestita con attenzione e consapevolezza delle sue implicazioni.

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