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#WhyIStayed: l’hashtag che vorremmo non avesse ragione di esistere

Ecco l’hashtag che le donne, e tutte le persone decenti, non vorrebbero che dovesse esistere: #WhyIstayed. Appena lanciato, secondo Twitter Trends è stato inserito in oltre 28.000 tweets in sole 24 ore. Mentre ai più pare terrificante, a chi si occupa di psicologia e sociologia fornisce invece uno spaccato sulle ragioni del perchè le vittime rimangono con i propri aguzzini. E la ragione è che spesso non è facile andarsene.WhyISatyed1

 L’hashtag è stato lanciato lunedì 8 settembre dalla  scrittrice statunitense Beverly Gooden  (@bevtgooden) sul suo sito web con questo post  “Per oltre un anno sono stata abusata fisicamente  dal mio ex-marito. quando stamattina TMZ ha  mostrato il video di Ray Rice che picchiava,  trascinava e sputava sulla moglie, Internet è  esploso di domande sul perché lei non se ne  andava, perché lo aveva sposato, e perché rimaneva  con lui? Io non posso parlare per questo  personaggio, ma posso parlare per me stessa.  Perché rimanevo? Andarsene è stato un processo, non un evento. E a volte ci vuole del tempo per attraversare questo processo.

Io credo nella capacità di raccontare storie. Credo nella forza di condividere esperienze. Credo che possiamo trovare forza nella comunità. Questa è la ragione che mi ha portato a creare questo hashtag. Spero che chi twitterà utilizzando #WhyIStayed possa trovare voce, amore, compassione, e speranza”.WhyIStayed3

#WhyIStayed è diventato trend su Twitter già poche ore dopo il lancio, e le donne hanno iniziato a usarlo mentre hanno trovato la forza di spiegare la psicologia e la realtà delle loro situazioni domestiche dove si svolgono gli abusi. Nei messaggi in 140 caratteri  possiamo leggere la speranza che la situazione possa migliorare, la disperazione di non avere un posto dove andare, la vergogna, il desiderio di mantenere la famiglia unita. Le testimonianze sono emotivamente forti da leggere, e sbriciolano l’idea preconcetta che sia facile per le vittime lasciare la persona che usa loro violenza.

Nella mezz’ora di tempo necessaria per scrivere questo articolo, nella timeline dell’hashtag 30 nuovi tweets si sono aggiunti, e continuano ad aggiungersi con triste velocità…

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